Dopo la manifestazione di sabato mattina in via Molinelli, dove due settimane fa è stato investito sulle strisce MG, 77enne ancora in Terapia intensiva all’ospedale Maggiore, il comitato Città 30 torna all’attacco sulla questione sicurezza in strada. «Stiamo preparando nuovi flash mob nei punti più pericolosi della città — spiega la portavoce del comitato —, annunceremo a breve le nostre iniziative».
Il comitato Città 30, soprattutto nelle ultime settimane, è andato in pressing di Palazzo d’Accursio, soprattutto sulla questione dei controlli da parte dei vigili urbani. Ma anche sugli interventi strutturali il comitato vuole avere voce in capitolo. A partire proprio da via Molinelli, dove il Comune partirà fra pochi giorni con i lavori per la messa in sicurezza. «Su quella via noi e i residenti chiediamo una protezione più significativa dei pedoni, altrimenti via Molinelli diventa come via Siepelunga dove, nonostante i dossi rallentatori, essendo una strada in discesa le auto vanno comunque a tutta velocità», spiega Poluzzi. Ora il comitato Città 30 aspetta che l’assessore alla Mobilità Michele Campaniello li convochi a Palazzo d’Accursio: «Gli abbiamo sottoposto la lista di quelli che riteniamo gli interventi più urgenti da fare in città, vorremmo essere coinvolti nelle decisioni, viste tutte le segnalazioni che ci arrivano dai cittadini», conclude la portavoce del comitato.
Da parte sua l’amministrazione continua a ribadire che l’attenzione su Città 30 non è mai calata. Anzi. «Quello su Città 30 — spiega l’assessore Campaniello — è un progetto continuativo che non può dirsi concluso dopo un anno e nemmeno con un unico intervento». Come a dire: abbiamo solo iniziato, c’è ancora molto da fare. «Il progetto di Città 30 — continua l’assessore — ha più fasi. La prima fase è stata quella della segnaletica e dell’ordinanza che ha dato il via ai controlli; fase che sta proseguendo e possiamo anche dimostrarlo. La seconda fase prevede gli interventi fisici sulle strade: alcuni sono già stati finanziati, altri sono in via di esecuzione come quelli in via Molinelli appunto e in via Mascarella. Abbiamo già speso 9 milioni, altri 9 li abbiamo già impiegati e li stiamo per progettare, mentre abbiamo ancora a disposizione un budget per interventi che metteremo a terra».
Ma l’aspetto su cui, secondo Campaniello, c’è (e ci sarà) più da lavorare è quello culturale. «È questo — dice l’assessore — il tema davvero centrale che dovrà occupare questo mandato e quelli prossimi, perché la nostra missione è zero morti sulle strade». A sentire Campaniello le fasce d’età su cui fare un massiccio lavoro culturale sono più quelle degli adulti: «Alla fine, nonostante quello che si pensi — dice — i giovani sono quelli che ci stanno dando la migliore risposta: usano i mezzi pubblici, si spostano con le bici elettriche, insomma credono di più nella mobilità sostenibile. Sugli adulti, invece, stiamo valutando di mettere in campo delle iniziative per sensibilizzarli maggiormente sul tema della velocità e della sicurezza stradale».
È quello che sostiene anche Omar Bortolacelli dell’Associazione familiari e vittime della strada, operatore del 118 di Sant’Agata Bolognese rimasto su una carrozzina a 27 anni dopo un grave incidente stradale. «Se non si cambia la testa delle persone — spiega Bortolacelli —, non ci sarà mai Città 30 che tenga. Si possono mettere tutte le regole del mondo, ma va cambiata la mentalità e soprattutto deve passare con forza il messaggio che il telefonino alla guida non si deve usare. Domenica stavo andando al lavoro e davanti a me c’era una ragazza che, intanto che guidava, faceva una videochiamata. Sbandava, andava a zig zag, e se in quel momento avesse attraversato la strada un bambino?». Certo è che anche per Bortolacelli bisognerebbe iniziare a sanzionare con vigore i trasgressori: «La Città 30 fatta così senza controlli — dice — non ha senso, ma i controlli vanno fatti seriamente. Purtroppo le persone non capiscono che devono rispettare le regole; fino a che non si inizia a colpirle nel portafogli non c’è modo che capiscano. È 13 anni che vado nelle scuole a fare divulgazione, ma di incidenti in strada, lavorando nel 118, ne vedo ancora davvero troppi».
fonte: Corriere.it