Amt Genova è costretta a una manovra straordinaria per far fronte alla grave carenza di personale e alla difficile situazione economico-finanziaria. Da novembre verranno tagliati 68 turni di servizio, con riduzioni sulle linee a lunga percorrenza e collinari (tra cui 1, 3, 4, 12, 13 e 14).

Per compensare i disservizi, l’azienda aumenterà la frequenza della metropolitana, potenziando le corse pomeridiane e, da gennaio, puntando a introdurre treni in doppia composizione, previa autorizzazione di Ansfisa.

Secondo Filt Cgil e Faisa Cisal, il riassetto è una misura d’emergenza “per garantire un servizio minimo adeguato ai cittadini”, ma senza nuove assunzioni il sistema resta in affanno. Il Comune e l’assessore ai Trasporti Emilio Robotti confermano il piano di potenziamento della metro come unica via per bilanciare la riduzione dei bus.

Amt, con un debito stimato vicino ai 100 milioni di euro, ha avviato la procedura di composizione negoziata della crisi, per proteggersi dai creditori e definire un piano industriale. Diverse ditte private appaltatrici minacciano la rescissione dei contratti, mettendo a rischio anche i servizi extraurbani e speciali.

I sindacati parlano di un’azienda “senza timone”, che va avanti solo grazie agli sforzi di autisti e personale tecnico, in attesa di una riorganizzazione e di scelte chiare da parte della nuova giunta e del CdA.

Fonte: Repubblica