Da nord- ovest a sud- est attraverserà la città, partendo da Molino Dorino o da Baranzate, per arrivare a Ponte Lambro o per scendere ancora più a sud verso Noverasco- Opera. Domodossola, Cadorna o Pagano, Missori o Tibaldi: sono alcune delle stazioni che potrebbero intersecarsi con la nuova linea metropolitana, la M6.

Con assemblee, incontri e dibattiti, a ottobre inizia il percorso ufficiale che porterà alla realizzazione del sesto tracciato di Milano, ora in fase di studio e analisi per valutare al meglio le zone e le stazioni di interscambio con le altre linee del metrò.

Ma quali potrebbero essere le fermate della nuova linea 6? La linea rosa, colore menzionato anche nel Piano urbano della mobilità sostenibile, partirà da nord- ovest con due alternative per i possibili capolinea: più a nord quello di Baranzate o poco più a sud la fermata di Molino Dorino.

Secondo la prima ipotesi la M6 fermerebbe a Roserio, Vialba e a Quarto Oggiaro. Da qui, entrambe le alternative confluiscono in unico scenario: i binari della nuova linea andrebbero lungo l’asse di viale Certosa e poi corso Sempione. A questo punto, potrebbe esserci il primo interscambio con le altre linee. La Rosa incrocerebbe la Lilla a Domodossola per poi scendere più a sud. Potrebbe a questo punto fermarsi allastazione di Cadorna intersecando la Rossa e la Verde, per poi virare verso Missori, dove il punto di interscambio qui sarebbe con la M3.

A sud, invece, due possibilità. La linea, superata Porta Romana, potrebbe dirigersi verso est incrociando la M3 a Rogoredo. In alternativa la Rosa continuerebbe a puntare verso sud, passando lungo l’asse Ripamonti per servire il Vigentino, uno dei quartieri oggi più sprovvisti di mezzi. A seconda dell’alternativa scelta, anche qui a sud, i capolinea allo studio sono due: Ponte Lambro o Noverasco-Opera.

Il passaggio lungo l’asse Ripamonti, che finora sembrava essere l’ipotesi più papabile, potrebbe entrare in conflitto con il progetto del prolungamento del tram 24 che vanificherebbe i benefici del tracciato del metrò. Per questo, un’alternativa, potrebbe invece essere quella di incrociare la stazione di Lodi della M3 o la nuova fermata Tibaldi, a servizio del nuovo quartiere allo scalo di Porta Romana.

Tutte queste varianti confluiranno in sei ipotesi progettuali che verranno presentate e sviscerate. La scelta del migliore percorso inizierà interpellando i milanesi. I Municipi, insieme ai cittadini, saranno chiamati a esprimersi. Non sarà un referendum vero e proprio, ma, come è stato fatto anche con il dibattito pubblico per la costruzione delnuovo stadio a San Siro, le persone saranno informate e verranno raccolte richieste e suggerimenti.

Negli scorsi anni, Palazzo Marino aveva affidato a Mm il compito di elaborare uno studio di fattibilità con i percorsi possibili per il tracciato. Nella primavera del 2022 il governo Draghi aveva assegnato 732,2 milioni di euro per i prolungamenti delle linee metropolitane e per l’approfondimento del percorso per la M6. Ora questo lavoro è quasi arrivato al termine e i risultati saranno esposti a ottobre. L’analisi dei costi e dei benefici del nuovo metrò e dei suoi tracciati arriverà anche sul tavolo del Politecnico. Il professore Paolo Beria del dipartimento di Architettura e studi urbani guiderà la squadra che si occuperà di valutare, per ogni tracciato, quali potrebbero essere le ricadute sul sistema dei trasporti di Milano.

E dunque da ottobre si comincerà con il coinvolgimento dei Municipi. Verranno coinvolti sicuramente il 5 e l’ 8, ma probabilmente anche gli altri, vista la lunghezza del tracciato che potrebbe superare i 20 chilometri.

Fonte: Repubblica Milano