Una nuova stretta per camion e autobus è in arrivo. Anche i furgoni meno ingombranti dovranno dotarsi dei sensori salva- ciclisti a partire da ottobre.

L’intenzione dell’Amministrazione comunale è procedere con le regole già introdotte un anno fa, ma la materia è ancora nebulosa in attesa di una disciplina che potrebbe arrivare a livello nazionale insieme alla riforma del Codice della strada.

In risposta alla scia di incidenti mortali dello scorso anno, causati dal cosiddetto angolo cieco, le zone non visibili dagli specchietti retrovisori, la giunta ha approvato una delibera che ha imposto il divieto di accesso e circolazione in Area B ai mezzi pesanti sprovvisti di «sistemi avanzati capaci di rilevare la presenza di pedoni e ciclisti», con deroghe previste solo per i proprietari in possesso di un contratto d’acquisto dei sensori con scadenza al 31 dicembre di quest’anno. Ma la previsione dell’obbligo era solo per i mezzi più grandi: per gli autobus M3 con più di otto posti a sedere e massa massima superiore a cinque tonnellate e gli N3 per il trasporto di merci conuna massa massima superiore a 12 tonnellate. Ora l’obbligo sarà esteso anche agli autobus M2, con più di otto posti a sedere ma massa inferiore alle 5 tonnellate, e ai tir per le merci che pesano tra le 3,5 e le 12 tonnellate. La possibilità di deroga, anche in questo caso, sarà prevista non oltre il 31 dicembre 2025, per chi è in possesso del titolo di acquisto del mezzo.

Per altro, dal 7 luglio, come previsto dalla normativa europea, tutti i nuovi mezzi pesanti sono dotati dei sensori.

«Non è così semplice adeguarsi e far funzionare la normativa — spiega Simonpaolo Buongiardino, vicepresidente Confcommercio Milano e presidente Assomobilità — . Il costo per applicare il sensore è molto alto. È un investimento che le imprese che entrano a Milano quotidianamente fanno, ma è più difficile da imporre a chi solo occasionalmente si trova a dover fare ingresso in Area B, che magari preferisce rischiarela sanzione».

È da tempo che si evoca infatti una disciplina omogenea a livello nazionale. In sede di discussione del Codice della strada sono già state bocciate delle proposte alla Camera che saranno riproposte al Senato. « Noi continueremo a batterci perché venga assunto un impegno chiaro a intervenire anche sul parco circolante», spiega il parlamentare del Pd Andrea Casu, che insieme alla deputata Silvia Roggiani e a Federico Gianassi è firmatario di una proposta di legge per l’obbligo dei sensori.

Se dovesse arrivare una legge nazionale, non è detto che sarà in toto conforme alle previsioni del Comune di Milano, che in quel caso dovrà adeguarsi.

Non tranquillizza in questo senso, il parere arrivato a luglio dalla Direzione generale per la Motorizzazione del ministero dei Trasporti che ha evidenziato come l’installazione delle apparecchiature sui veicoli già in circolazione al momento non è prevista da nessuna legge nazionale. Questo potrebbe aprire la strada a nuovi ricorsi.

L’ultima sentenza del Consiglio di Stato sugli appelli degli autotrasportatori, pur dando di fatto il via libera a Palazzo Marino per andare avanti con l’obbligo dei sensori, ha messo l’accento sulle previsioni nazionali.

«La previsione è rilevante in quanto rende evidente l’intento di rispettare le previsioni statali ed eurounitarie sulle apparecchiature di rilevamento della presenza di pedoni e ciclisti», spiega.

«Noi ci auguriamo che a livello nazionale si arrivi a prevedere l’obbligo per tutti i mezzi circolanti — spiega Tommaso Goisis di Sai Che puoi? — . A livello milanese, speriamo che il Comune continui ad andare avanti con questa battaglia e ci auspichiamo che ci siano sanzioni automatiche per chi non rispetta l’obbligo»

Fonte: Repubblica Milano