Far correre bus e metrò pesa parecchio sulle tasche dei milanesi. In sei anni il costo del trasporto pubblico a carico della fiscalità cittadina è passato da 125 milioni (siamo nel 2019) a 300 milioni ( come previsto per il 2025). Una spesa indiretta, diciamo così, perché a sborsare è Palazzo Marino che deve mettere questa cifra a bilancio, sottraendola così ad altro: welfare, istruzione, sicurezza, cultura.
Un aumento, questo, che è il risultato di una serie di variabili incastrate male: perché se di anno in anno si svuota il serbatoio degli introiti derivanti dalla vendita dei biglietti, se il governo non ci mette un euro in più ma contemporaneamente le spese raddoppiano ( con l’arrivo dei costi di gestione della M4, per esempio), qualcuno deve metterci una pezza. Il Comune, cioè, che attinge per quel che manca dal bilancio di previsione. Quest’anno il prelievo è un salasso da 300 milioni.
Partiamo dai costi complessivi: far funzionare tram, autobus e linee della metropolitana costava 824,6 milioni nel 2019. Nel 2024, dopo cinque anni, si sono aggiunti cento milioni ( tanto serve per muovere i treni della M4 da Linate a San Cristoforo). Per il 2025 ci sono altri 38,5 milioni da sborsare: si passa dunque la soglia del miliardo di euro.
All’aumento delle spese, però, non è mai corrisposto né un aumento dei ricavi da passeggeri, né un incremento dei fondi che il governo ogni anno stanzia per i Comuni. La spesa per il tpl è infatti coperta in parte dal Fondo nazionale trasporti: nel 2019 ammontava a 267,5 milioni. Il contributo nazionale, anziché crescere per contribuire alla gestione delle nuove tratte e linee della metropolitana, in questi anni è persino diminuito: 262,8 mln nel 2024 e 263,8 previsti per il 2025.
Poi c’è la vendita dei titoli di viaggio: dai biglietti ilComune cinque anni fa incassava 437 milioni di euro. Dopo il Covid, che ha cambiato completamente la fruizione del trasporto pubblico – come ha sempre spiegato Atm – questa voce non si è più ripresa, nemmeno con l’arrivo della M4 che, a logica, avrebbe dovuto far lievitare i passeggeri. Nel 2021 ci si è fermati a 234,8 milioni, saliti 328 milioni 2022, 383 nel 2023 e 388 milioni nel 2024. A preventivo del 2025 ce ne sono 400: con una linea in più siamo ancora sotto rispetto a cinque anni fa. Insomma, con queste cifre a Palazzo Marino tocca metterci una grossa pezza, a scapito di altri servizi.
Per questo motivo, anche quest’anno l’assessore al Bilancio Emmanuel Conte, nella sua relazione che ha accompagnato la discussione del preventivo in Consiglio Comunale, ha voluto rinnovare il suo appello al governo: «Ritengo che questo (l’investimento nel trasporto pubblico che non viene adeguatamente finanziato da Roma ndr) debba essere il primo elemento di confronto con il governo, per importanza ed impatto, in uno spirito di dialettica franca e di cooperazione leale, che preveda un supporto concreto dello Stato all’amministrazione comunale che tenga conto degli investimenti da questa affrontati per la realizzazione e la gestione di infrastrutture che giovano non solo a chi vive a Milano ma anche a chi vive di Milano » .
Fonte: Repubblica