Palazzo Marino ha dato il formale via libera alla riqualificazione di Cordusio. I lavori partiranno nella primavera 2025 per finire entro l’anno, in tempo per i Giochi olimpici. Cambieranno l’arredo urbano e la viabilità anche delle strade limitrofe con un investimento di circa cinque milioni di euro, meno di quanto previsto inizialmente, perché non verranno spostati i binari del tram.
Per metà l’importo è di pertinenza del Comune sotto forma di scomputo degli oneri di urbanizzazione; l’altra metà sarà sostenuto invece direttamente dagli operatori immobiliari che siglano l’accordo.
Piazza Cordusio tornerà alle origini e alla fine ricorderà quella che era tantissimo tempo fa: il progetto ripristina l’antica ellissi di Luca Beltrami mentre il tratto finale di via Dante verrà chiuso alle auto. In via Orefici verranno riqualificati i marciapiedi e allargato quello dal lato dell’Ambrosiana, anche per eventuali dehors di bar e ristoranti. L’altro marciapiede continuerà invece ad avere le dimensioni attuali: a differenza di quanto immaginato inizialmente, anche per ragioni di costi, non verranno spostate al centro le rotaie del tram, né eliminati i dislivelli per creare un unico il binario.
«Avevamo seguito la pedonalizzazione dal Castello Sforzesco a Cordusio che ai negozianti ha portato fortuna, adesso aspettiamo che si completi il nostro sogno, da piazza Cordusio a piazza Duomo, sempre senza auto», dice Roberto Libretti alla testa di AssoOrefici.
Sicuramente la piazza, dove transitano 30 mila persone al giorno ed è collocato il semaforo più antico d’Italia, verrà «ripulita» e semplificata. Là dove oggi ci sono i masselli del pavé sconnessi e tanto disordine — dissuasori, cartelli stradali e panettoni — «lo spazio riconquisterà coerenza», come scrivono gli architetti.
Sarà risistemata la pavimentazione storica, su cui la Soprintendenza tanto ha insistito negli anni. E alla fine non verranno aggiunti i filari di alberi, neanche in vaso. In questo contesto verrà valorizzata invece la statua bronzea di Giuseppe Parini, così come quella di Carlo Cattaneo in largo Santa Margherita, dove sta terminando con un anticipo di due mesi sui tempi la riqualificazione promossa da Ardian. Proprio lì sarà piantato un «albero della Libertà» come quelli che i repubblicani interravano a Parigi dopo la Rivoluzione francese. Del resto quello è un luogo di triste memoria: ai tempi c’era il famigerato hotel Regina dove venne imprigionato Silvio Pellico e le Ss torturarono decine di partigiani. Anni fa l’architetto Freyrie aveva anche proposto di rendere «parlanti» le statue del centro, ma il progetto rimase sulla carta.
«La continuità pedonale ed estetica tra piazza del Duomo e piazza Castello alimenterà il movimento dalla mattina fino alla sera tardi. Sarà una Gran Via tra le più belle d’Europa, un “cammino” unico in Europa dove anche la qualità degli esercizi commerciali è destinata a salire ancora». La lunghissima galleria commerciale e monumentale collegherà i simboli di Milano. A sinistra la torre del Filarete e il Castello, piazza della Scala, piazza dei Mercanti e la Galleria Ambrosiana, a destra l’area pedonale che dal Duomo a San Babila fino a largo Augusto e, ancora, attraverso la futura piazza Santo Stefano, alla Statale.
Fonte: Corriere.it