Il prof. Luca Lanini, docente di logistica alla Cattolica, che si occupa in particolare di merci, in un suo articolo su Repubblica, fra le altre cose, scrive: “Milano è una di quelle città che, essendo molto avanti nella pianificazione e nella visione strategica, affronterà per prima in Italia il tema della mobilità e dalla riorganizzazione della mobilità delle merci. Il tema della mobilità delle merci, della delivery dell’ultimo miglio per esempio,chiede spazi anche relativamente piccoli per razionalizzare il flusso.

Carico, scarico, ripartenza. Modello hub and spoke, che nasce nel mondo aereo: arriva, scarica e riparte. La logistica urbana delle merci non è più basata su un trasporto punto a punto ma su piccoli luoghi di scarico e ripartenza. Un modello locker un po’ più grande, non per il cittadino ma per altre figure. L’idea di poter rapidamente ripensare alcuni spazi nella città per fini operativi — anche per interscambio della mobilità dolce del cittadino — può essere positivo, laddove il ritardo è invece puramente burocrazia. Dove ci sono elementi gestibili che possono essere controllati su un altro piano allora questa rapidità aiuta. Questi piccoli ripensamenti che sono sì in mano ai privati ma hanno però una governance pubblica necessitano di azioni piuttosto rapide. Se no, non si fanno. Io sposto il problema sugli effetti che può avere questa rapida gestione. (…) Il Salva-Milano entra in gioco liberando di alcuni aspetti burocratici la possibilità di ripensare spazi, bloccati da regole vincolistiche e burocratiche. Se noi creiamo una facilità di azione, questo non è un fine ma un mezzo.”