L’associazione “Cittadini per l’Aria” era stata ingiustamente esclusa dal Tavolo permanente Aria di Regione Lombardia: l’ha stabilito il Tar lombardo, definendo quella di Palazzo Lombardia “una scelta irragionevole” e sottolineando nella sentenza che il criterio di esclusione adottato è “restrittivo alla partecipazione al Tavolo Aria, non coerente rispetto alle finalità dallo stesso perseguite, oltreché violativo dei principi costituzionali di buon andamento dell’agire amministrativo”.
L’esclusione di Cittadini per l’Aria risale al 2016: all’epoca l’associazione aveva avanzato diverse istanze di ammissione, alle quali Regione Lombardia non aveva mai dato riscontro, fino a che, nel luglio 2021, l’ente ha modificato i criteri di ammissione al Tavolo Aria, in particolare quello sul numero dei soci.
“L’associazione risulta l’unica in Regione ad avere quale oggetto esclusivo la tutela della qualità dell’aria, diversamente dalle altre ammesse al Tavolo, che più genericamente, perseguono interessi ambientali o legati alla mobilità sostenibile, risultandovi, tuttavia, esclusa per l’applicazione del criterio contestato – evidenzia il Tribunale amministrativo regionale – che è pertanto irragionevole anche sotto tale aspetto, per non consentire la partecipazione dell’unico soggetto che sul territorio regionale è portatore del medesimo interesse tutelato dal Tavolo stesso”.
Un risultato accolto con gioia da Cittadini per l’Aria: “Siamo molto lieti che il Tar abbia riconosciuto la nostra legittima aspirazione a partecipare al Tavolo Aria di Regione Lombardia e la nostra competenza in materia – commenta Chiara Lorenzin, componente del direttivo dell’associazione – Nel Tavolo Aria, dove dovrebbero essere discusse le politiche sulla qualità dell’aria, i rappresentanti del mondo dell’associazionismo ambientalista sono solo quattro contro i 20 del mondo delle imprese, una disparità evidente ed ingiusta”.
Soprattutto alla luce del fatto che, prosegue Lorenzin, “dovrebbero partecipare in equa misura tutti i rappresentanti della società civile, come per esempio le organizzazioni dei medici, dei pediatri, degli agricoltori biologici. Consideriamo molto poco efficace l’attività del Tavolo Aria, in perfetta linea con la scarsa attenzione che Regione Lombardia riserva al tema dell’inquinamento atmosferico”.
Nella sentenza, il Tar pone inoltre l’accento sul fatto che l’associazione “ha promosso numerosi contenziosi a tutela della qualità dell’aria sul territorio lombardo, che in alcuni casi hanno finito per incidere e orientare la pianificazione regionale, e pertanto a un livello istituzionale”.
Alla luce del pronunciamento del Tar, la presidente di Cittadini per l’Aria, Anna Gerometta, coglie l’occasione per accendere i riflettori su “una scelta grave che purtroppo è passata inosservata all’opinione pubblica: Regione Lombardia, la più inquinata fra le regioni padane, tutte destinatarie dell’obbligo di aggiornare il Piano della Qualità dell’Aria entro 12 mesi, è l’unica ad aver deciso di non adempiere alla legge dello Stato (D.L. 121/2023), ritenendo che un mero rafforzamento di misure sarebbe sufficiente e rinviando l’aggiornamento”.
Il 17 giugno, durante il più recente incontro del Tavolo Aria, “la Regione Lombardia ha presentato al Tavolo misure ‘rafforzate’, peraltro già adottate precedentemente alla riunione. È la dimostrazione del fatto che non si tratta di un Tavolo di ‘consultazione’, come dovrebbe essere, ma di un luogo dove semplicemente vengono comunicate scelte già assunte in precedenza – prosegue Gerometta – La Lombardia è la regione italiana con i peggiori livelli della qualità dell’aria e rischia, per la terza volta, di essere destinataria della nuova procedura di infrazione sul PM10, che potrebbe portare l’Italia a subire una multa multimilionaria. Sanzione che, in base alle norme vigenti, verrebbe trattenuta anche dai fondi europei destinati alla Lombardia stessa”.
Peraltro, denuncia l’associazione, “come già a gennaio 2024, anche nel report presentato al Tavolo Aria lo scorso 17 giugno Arpa (Azienda Regionale per la Protezione dell’Ambiente), nella comunicazione dei dati degli inquinanti, è ricorsa a un artificio non degno di un ente scientifico – conclude la presidente di Cittadini per l’Aria – selezionando la media dei dati delle stazioni peggiori, invece che l’intero dataset regionale, esponendo la ricostruzione della situazione al rischio di una pesante distorsione della realtà”.
fonte: Reppubblica