«Da quando hanno messo il cartello, la strada è più silenziosa», assicura una residente di via Buonarroti. La segnaletica sull’asfalto è nitida. Il cartello del limite di velocità si vede già da lontano, molto prima di imboccare la rotonda. Le auto rallentano, forse anche grazie alla carreggiata che si restringe. Via Buonarroti è incorniciata dai parcheggi laterali e in fondo, verso piazza Giulio Cesare, c’è un asilo nido. Una delle circa cento scuole che il Comune ha deciso di “ proteggere” dalle auto che sfrecciano.
Da inizio estate è partita la corsa di Palazzo Marino, annunciata in primavera da Beppe Sala, per rendere a 30 chilometri all’ora le vie di fronte agli istituti scolastici. L’obiettivo è arrivare a cento entro la fine di settembre.
« Siamo al lavoro per raggiungere il traguardo e io credo che ce la faremo» , spiega l’assessora alla Mobilità, Arianna Censi. Diversi gli aspetti che sono stati valutati per scegliere le scuole: il numero di incidenti rilevati negli ultimi anni, la popolazione scolastica e le caratteristiche dei luoghi.
Ne sono state individuate più di cento e per 83 sono state già svolte le analisi di compatibilità rispetto anche alle recenti normative nazionali. Il ministro Salvini, infatti, con una direttiva ha reso più stringenti le regole per applicare il limite dei 30 all’ora nelle città. Ma Palazzo Marino sta andando avanti.
Quasi la metà delle ordinanze sono già state pubblicate e su più di 30 strade ci sono già i cartelli e la segnaletica orizzontale.
In via Benedetto Marcello, per esempio, dove all’incrocio con via Boscovich spunta già il nuovo cartello. « Le auto sfrecciano qui – racconta il fiorista della piazza -. Quando escono da scuola le mamme tengono ben stretti i bambini prima di attraversare. Ma i ragazzini sono imprevedibili. Li vedi giocare a bordo strada ed è un attimo sfiorare la tragedia se le automobili non vanno piano». Con il nuovo cartello la situazione è cambiata? « Mi pare che le auto siano più attente – risponde Angelica Mattei, residente della via -. Forse è questione di abitudine. Speriamo che si accorgano che è necessario andare piano e che il cartello serva ad avvisare della presenza dei bambini».
In via Corridoni i sampietrini hanno impedito che la segnaletica venisse realizzata anche orizzontalmente. Sbuca però chiaramente il cartello dei 30 all’ora all’inizio della strada, poco prima del liceo Leonardo Da Vinci. «Va bene il cartello – spiega Filippo Bochese, residente -, ma speriamo che arrivino anche i vigili a monitorare che venga rispettato. La paura, infatti, è che tutti questi cartelli poi non servano a molto se non si danno le multe».
In corso di Porta Vigentina, la carreggiata è piuttosto larga e la scuola materna è proprio sulla curva. Qui la segnaletica avvisa gli automobilisti che è necessario rallentare già qualche metro prima dell’istituto scolastico. Anche per terra è tracciato chiaramente il simbolo dei 30 chilometri all’ora. « Qui le automobili fanno quello che vogliono – spiega il custode della scuola -. È pericoloso per i bambini, perché il marciapiede è stretto e si trovano immediatamente in strada. Dobbiamo stare molto attenti quando escono e i genitori si accalcano fuori dal cancello per evitare incidenti ». In zona Gorla, di strade a 30 all’ora ne sono state realizzate già due. In via Sant’Erlembaldo la via diventa quasi una piazza che accoglie i bambini all’uscita della scuola dell’infanzia. Non è raro che giochino direttamente in strada. « Non tutte le auto se ne rendono conto e rallentano. Oltre ai cartelli speriamo arrivino dei controlli » , afferma Cristina, residente di Gorla. Poco più avanti, c’è via Asiago: anche qui il cartello nuovo di zecca e la segnaletica sull’asfalto sono pronti per l’inizio della scuola.
« L’iniziativa sarà utile a tutti – spiega Censi – Il tema della velocità in città è importantissimo e partire dalle scuole, luoghi particolarmente sensibili, è strategico. Le strade scolastiche saranno laboratori per la nostra città, per renderla sempre più sicura per tutti. È da tutta l’estate che stiamo lavorando per rendere lo spazio di fronte agli istituti luoghi sicuri, anche di aggregazione e di ritrovo».
fonte: Repubblica Milano