Cinquantasei autisti, alcuni giovani e assunti negli ultimi tre anni, dichiarati inidonei alla guida degli autobus e dirottati ad altri incarichi, dalla portineria al centralino. Accade all’Amat, la partecipata del Comune che gestisce il trasporto pubblico a Palermo e che soffre di una cronica carenza di autisti. Sui 630 conducenti previsti in organico, ce ne sono soltanto 563, ma fra questi 56 non possono più guidare gli autobus, come certificato dai medici dell’ufficio sanitario delle Ferrovie che si occupa dell’idoneità di tutti i dipendenti del comparto trasporti.
Una vicenda definita “delicata” sia dai vertici aziendali che dai sindacati e che pesa come un macigno sull’efficienza del servizio di trasporto, insieme agli alti tassi di assenteismo registrati in questi anni.
Malattie vere, in alcuni casi, ma secondo Mistretta anche un sintomo del disagio dei dipendenti: « Si registra una tendenza a lasciare il ruolo di autista che è aumentata in questi anni, che per l’azienda sono stati anni difficili che stiamo cercando, in accordo con i sindacati di superare per dare una risposta di efficienza alla città e ai tanti turisti che la visitano » . Anche i sindacati ammettono fra i denti che c’è qualcosa che non va fra assenze e inidoneità: « I medici si sono presi la responsabilità di certificare le inidoneità — ricorda Carlo Cataldi dei Cobas — adesso ci vuole grande responsabilità nell’affrontare questa situazione. Con l’ultimo accordo abbiamo accettato regole precise ma i diritti dei lavoratori e ancora di più dei malati gravi devono essere rispettati».
Le nuove regole sono state siglate pochi giorni fa, dopo un altro weekend di crisi, quello di inizio primavera del 22 e 23 marzo quando sono rimasti fermi 46 autobus perché 65 autisti erano a casa per malattia e altri 23 erano in permesso della legge 104. L’accordo introduce buoni pasto e un incremento dell’indennità per i festivi ma anche un argine alle richieste di inidoneità e alle assenze che tutti gli otto sindacati presenti in azienda hanno accettato. Si inizia dalla premialità prevista per gli autisti dalla quale viene escluso chi è assente per più di cinque weekend per malattia o 104.
C’è anche il singolare deterrente delle piante organiche che riguardano portineria, centralino e altri uffici: avranno un tetto massimo di dipendenti previsti, gli altri saranno considerati in esubero. Un limite che viene dopo che due inidonei, per la prima volta all’Amat, sono stati messi in aspettativa e rischiano di essere licenziati.
Un tentativo di mettere un punto al fenomeno tessendo una delicata trattativa con i sindacati dopo anni di malessere. « Non dimentichiamo che un autista non arriva a 1.300 euro al mese — spiega Franco Mineo della Filt Cgil — questo accordo poteva anche essere migliore, ma è un inizio. Attenzione, però, a dare tutte le colpe all’assenteismo. Il sistema di trasporto Amat è debole in partenza, c’erano 1300 autisti, adesso neanche 600. Un quinto ogni giorno è di riposo visto che si lavora nei festivi. Basta qualche assenza in più e si blocca tutto».
L’arrivo dei 120 autisti interinali dovrebbe servire anche ad evitare tutto ciò, insieme ai nuovi mezzi elettrici, ai meccanici in arrivo in officina. E con la capienza massima per portinerie e centralini, per evitare che altri abbiano la tentazione di “marcare visita”.
Secondo il presidente Giuseppe Mistretta “un sintomo del disagio dei dipendenti” Sindacati alle prese con le carenze “Basta qualche assenza in più e si blocca tutto”
fonte: Repubblica