“Per prima cosa cercate di stare dritti con la schiena, mani salde sul manubrio il pedale del piede portante deve stare a metà altezza del polpaccio. Provate. Basta una bella spinta. Forte. Ecco avete fatto la vostra prima pedalata”.

L’appuntamento è il sabato mattina alle 9.30 alla sede di via Niso, muniti di tuta e scarpette. Neanche il tempo di arrivare e presentarsi che a ognuno viene assegnata una bici. Sorrisi, entusiasmo e paura si avvertono nell’aria dei partecipanti mentre il gruppo si avvia verso Villa Lazzaroni e qualcuno riscontra qualche difficoltà anche nel capire come portare la bici a mano lungo il tragitto.

Un folto gruppo che spazia dai sei a cinquant’anni si mette subito all’opera: c’è chi sta ancora provando a cercare l’equilibrio senza toccare i pedali, chi ha preso molta confidenza con un pedale solo e chi, come istinto, ha messo il piede sull’altro pedale e ha scoperto di avere un ottimo equilibrio. La sorpresa è tanta, l’emozione pure, e ci si chiede subito come si è fatto fino a quel momento a fare a meno di quella bellissima sensazione di libertà.

Questo è quello che fa Rebike Altermobility, regalare una possibilità, un’opportunità o anche solo un piccolo aiuto per realizzare il sogno di molti.

“La bici è considerata quella cosa che devi saper fare per forza ma ci sono signore di una certa età che non ne hanno mai avuto la possibilità o si vergognano a dirlo, ci sono i figli di genitori troppo apprensivi che avevano paura ad insegnarglielo. Alle volte i genitori stessi non sanno andare in bici ma volevano qualcosa in più per i propri figli e ci sono anche ragazzi diversamente abili o con disturbi dell’attenzione che, alle volte, riescono a lasciarsi andare di più in bici trovando una loro zona di comfort” racconta Nicola, tra i primi soci fondatori.

L’associazione nasce prima nella zona Montesacro di Roma poi passa a Roma Est, dove grazie ad un bando di Ater Roma, da gennaio 2023 riescono ad avere una piccola sede, quasi un officina della bici. Il loro progetto di bikeability prende spunto dal vecchio lavoro che Margherita faceva a Londra, insegnante di bici di bambini e adulti presso una municipalità. Così, nonostante l’Italia e in una città come Roma, hanno deciso di provarci. Tramite 8xmille e fondi Erasmus hanno iniziato a lavorare con le scuole elementari per progetti di mobilità sostenibile e mentre erano in strada ad insegnare ai bambini, sempre più persone si fermavano per chiedere informazioni sull’esistenza di corsi anche per gli adulti.

Non ci avevano nemmeno mai pensato che potesse servire un corso per adulti ma hanno deciso di provare a lanciarsi in questa nuova avventura, e dalla primavera 2023 a quella 2024 di cose ne sono cambiate. Dai primi corsi sporadici, adesso ogni sabato parte un nuovo corso di tre lezioni con nuove persone di ogni età che scelgono di mettersi alla prova. Mano a mano che la voce si sparge, sempre più persone decidono di provare, e servono sempre più volontari che diano una mano.

I ragazzi di Rebike hanno pensato proprio a tutto e se tre lezioni non sono bastate per trovare il coraggio di pedalare in strada, ci si può iscrivere al corso intermedio con cui ci si potrà esercitare nelle strade intorno alla sede oppure optare per le lezioni one to one.

Oltre i corsi, l’obiettivo di Rebike e dei suoi creatori è quello di rendere le strade più a misura di bicicletta per una città e una vita più sostenibile. Sabato 21 settembre, infatti, in occasione della settimana europea per la mobilità, hanno organizzato, insieme ad altre associazioni (Bike to school, Salvaiciclisti Roma, Clean Cities Legambiente Lazio, A Sud e Fiab Roma Ruota Liber, “Scatenati in bici”), il quarto appuntamento della kidical mass romana, per regalare a bambini e famiglie la possibilità di vivere la città in sicurezza. Lo scopo è quello di promuovere la mobilità attiva e la sicurezza stradale per rendere far diventare Roma più a misura di bambino, che siano privilegiate le strade scolastiche, le aree pedonali e i percorsi in sicurezza casa/scuola.

Quello che caratterizza Rebike è l’entusiasmo degli istruttori che si trasmette mano mano anche alle persone che hanno deciso di mettersi in discussione a qualsiasi età. Il sentimento generale che si respira ai corsi è quello di una collettiva volontà di superare un ostacolo, di farcela, di riuscire finalmente in un qualcosa che si è sempre sognato di fare. Perché come dice Antonio:”Il segreto è la lentezza con calma, senza prepotenza le cose avvengono”.

fonte. Repubblica