Marciapiedi nuovi realizzati con lastre di basalto di 50 per 70 centimetri, tra i 3 e 5 millimetri di spessore per evitare che al passaggio dei mezzi pesanti, ad esempio quelli per la raccolta dei rifiuti, si crepino (adesso molti sono sconnessi e traballanti). Fioriere tutte uguali, dalla forma poligonale come nella versione originale, alle quali nel corso dei decenni se ne sono aggiunte altre difformi. Svolta all’insegna dell’omogeneità stilistica anche per le aiuole e le panchine in pietra antica lavorata (bocciato invece il modello anti bivacco). È in dirittura d’arrivo il progetto di riqualificazione di via Veneto, per il quale verranno stanziati 4 milioni, affidato dal dipartimento Simu a Risorse per Roma.
E però, la modifica più rilevante rispetto all’orientamento espresso nella memoria di Giunta che ha dato il via all’iter è che non verrà realizzata la pedonalizzazione parziale, il sabato e la domenica, da Porta Pinciana a via Ludovisi. La proposta è stata accantonata su pressione dei commercianti della zona, preoccupati che la chiusura di un tratto di strada nel fine settimana potesse disincentivare l’afflusso di clienti. Si è optato, perciò, per il solo rifacimento dei marciapiedi lungo tutto l’asse viario, da Porta Pinciana a piazza Barberini, e la sistemazione degli arredi. Gli inserti in sanpietrini che delimitano gli ingressi agli hotelpiù prestigiosi verranno preservati e saranno l’unico elemento di discontinuità.
E però, mentre i commercianti incassano un punto a loro favore i residenti protestano per la mancata pedonalizzazione: «Quando si interviene lo si faccia anche a vantaggio di chi si muove a piedi in maniera sostenibile – insiste Viviana Di Capua, presidente dell’Associazione abitanti Centro storico -: non si può pensare soltanto agli interessi economici che producono consumo di suolo. Via Veneto merita la possibilità di essere utilizzata per delle passeggiate, di essere rivalutata anche sul piano commerciale recuperando identità e qualità. Purtroppo non c’è un progetto per il centro storico, mi chiedo se i nostri politici lo attraversino mai a piedi».
fonte: Corriere.it