«Torino è una delle aree con la maggior prevalenza di scambi intercomunali a livello europeo. Registriamo un interscambio anche del 20-30 per cento dei noleggi. Una rete di mobilità sostenibile diventata eccellenza, che rischia di essere compromessa».

Andrea Giaretta è vicepresidente di Assosharing e general manager per l’Italia di Dott, azienda che nella Città Metropolitana di Torino conta una flotta di circa 3mila monopattini e 1.500 biciclette. Un mese fa Dott ha investito ancora su Torino con 600 mila euro per 500 nuove e-bike. Per quanto riguarda i monopattini, da quando l’azienda è in città, dal 2019, ha registrato oltre 4 milioni di viaggi, evitando così l’emissione di oltre 430 tonnellate di CO2. Una micromobilità in sharing che viene sfruttata quotidianamente dai torinesi per raggiungere il posto di lavoro oppure dai turisti che visitano la città.

Monopattini e e-bike rappresentano anche un’alternativa a taxi, bus e tram soprattutto durante la notte: una modalità scelta soprattutto dai più giovani. Uno sharing che, secondo Andrea Giaretta, subirà l’impatto negativo del nuovo Codice della Strada, entrato in vigore il 15 dicembre.

«Torino è una città che si contraddistingue per l’utilizzo abitudinario dei monopattini e delle biciclette in sharing – dice il general manager di Dott –. E il nuovo codice rema contro questa pratica. Colpisce gli utenti, che saranno disincentivati a utilizzare i nostri mezzi. Ne consegue che le persone dovranno pensare ad altre modalità di spostamento, più scomode e più inquinanti. Inoltre, le nuove regole colpiscono direttamente le aziende con norme inapplicabili su casco, targa e copertura assicurativa». Questioni che dovranno essere approfondite con decreti attuativi, i quali andranno a specificare alcuni dettagli della normativa.

Intanto è interrogativo sul casco:
«Non possiamo dotare i mezzi di caschi, altrimenti non rispetteremmo la legge. A mio avviso, il nuovo codice non genera una maggiore sicurezza. Piuttosto incentiva l’utilizzo abusivo». Un ulteriore disincentivo sullo sharing potrebbe essere l’obbligo di munirsi dell’assicurazione di responsabilità civile. «Parliamo di una Rc auto ma per i monopattini, o mezzi che non hanno né telaio, né libretto. Come si fa? Non è chiaro».

E poi c’è il nodo dell’introduzione della targa, un contrassegno adesivo che dovrà essere applicato ai monopattini in sharing. In realtà Torino aveva già anticipato la regola, richiedendo alle aziende di applicare un codice identificativo per tracciare l’utilizzo dei mezzi. «È analogo come concetto perché comunque si tratta di un ente pubblico che dà una lista di codici applicati al gestore. È facile per lo sharing perché è un interlocutore unico, è difficilissimo per i privati, ma il concetto sarebbe analogo. Ora bisognerà capire come ci si dovrà muovere, ovvero se dovranno essere sovrascritti dai contrassegni nuovi».

Il punto, per Andrea Giaretta, è che una città come Torino che scommette sullo sharing rischia di fare un passo indietro a causa della normativa «Certamente però si tratta un codice che mette i bastoni tra le ruote a una mobilità efficiente e sostenibile di una città come Torino, che stava dando una risposta particolarmente positiva».

fonte: Corriere.it