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La nostra società ha astratto a tal punto la figura del pedone, da farlo sembrare un’entità a sé stante, con caratteristiche tutte simili, e spesso considerato una sorta di ostacolo fra chi si sta spostando e la sua destinazione. Il meccanismo di astrazione è sintomatico di una costruzione urbana car-oriented, cioè orientata all’uso dell’auto, dove chi guida si dimentica spesso di essere prima di tutto un pedone, e in alcuni casi non ne rispetta gli spazi nè i tempi di movimento

Qui sta il punto centrale: l’abitudine a considerare i pedoni come figure tutte uguali, ci ha portato a dimenticarci che, in realtà, ciascuno di noi impiega tempistiche diverse per attraversare la strada, in base alle proprie caratteristiche fisiche, scopo dello spostamento, se siamo da soli o in compagnia ecc… l’eterogeneità quindi di chi attraversa la strada è il punto di partenza per una riflessione più profonda.

La città di Breda ha svolto un interessante esperimento urbanistico, per portare i cittadini proprio a riflettere sulla varietà di persone che attraversano quotidianamente la strada. Ha inserito a lato di alcuni attraversamenti strategici delle figure, che mostrano diversi utenti della strada in procinto di attraversare, vediamone alcuni esempi, e soprattutto cosa possiamo apprendere da essi.

La prima cosa che si noterà, dunque, è che non sono solo i pedoni ad attraversare la strada, ma anche altre categorie di utenti, come i ciclisti o chi si muove con la micro mobilità elettrica, quindi “gli attraversatori” sono molti di più di quanto siamo portati a credere e vorremmo usare questa parola per provare a descrivere la complessità della situazione.

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Pedoni e oltre: comprendere gli utenti delle strade