#ItaliaAlVoto, ma che fine ha fatto la transizione ecologica?

Settembre 19, 2022

Tra meno di una settimana l’Italia va al voto.

E’ stata una campagna elettorale molto breve e molto brutta.

Soprattutto, è stata una campagna elettorale nella quale si è parlato di quasi tutto meno che delle sfide reali e gigantesche che attenderanno il nuovo Parlamento e il nuovo governo che ne sarà espressione.

Secondo un monitoraggio realizzato da Greenpeace Italia insieme all’Osservatorio di Pavia, la crisi climatica è presente in appena lo 0,5% delle dichiarazioni politiche riprese dai principali telegiornali.

E i programmi? Secondo un’analisi realizzata da 20 esperti per Italian Climate Network e Climalteranti, ben poche forze politiche si avvicinano al livello di impegno necessario a rispondere alla crisi climatica.

Questo nonostante il fatto che il 91% degli italiani (vs il 77% degli europei) ritiene che il cambiamento climatico abbia un impatto diretto sulla sua vita, e che l’88% lo considera la sfida principale del 21° secolo. La recente e devastante alluvione nelle Marche non è che l’ennesima conferma di questa realtà, dopo l’estate più calda e più secca di sempre.

La legislatura 2022-2027 sarà decisiva per le sorti dell’Italia e del pianeta. Se non avvieremo una profonda e rapida decarbonizzazione della nostra economia non riusciremo ad evitare l’aumento vertiginoso della temperatura media del pianeta e dei conseguenti disastri climatici, ai quali l’Italia, insieme a tutto il bacino del Mediterraneo, è particolarmente vulnerabile.

Il settore dei trasporti è responsabile per una quota variabile ma in alcuni casi superiore al 50% delle emissioni di CO2 delle città italiane, a loro volta il luogo dove si concentrano tre quarti delle emissioni totali di gas a effetto serra.

Contributo del settore trasporti rispetto alle emissioni complessive di CO2 e relativa quota pro capite per le Città Metropolitane esaminate – 2019. Elaborazione del CNR-IIA su dati ISPRA per il rapporto Mobilitaria 2022.

Noi chiediamo che questa non sia l’ennesima legislatura sprecata, ma che la nuova maggioranza che uscirà dalle urne e il governo che ne sarà espressione, a prescindere dal colore politico, si facciano finalmente carico fino in fondo della necessità di intervenire rapidamente per governare i cambiamenti climatici e la necessaria transizione energetica.

Pochi giorni fa il nostro partner Legambiente ha lanciato le sue 100 proposte per la transizione ecologica che serve all’Italia. Anche le ragazze e i ragazzi di Fridays For Future hanno pubblicato la loro Agenda climatica. Molte delle proposte hanno a che fare con la fine del predominio incontrastato delle auto fossili (ancora una volta, #bastaecobonus) e con la necessità di accelerare la transizione delle città italiane verso una mobilità attiva, condivisa e a zero emissioni.

Per fare questo non bastano pochi interventi cosmetici qui e là, e non bastano i Piani Urbani per la Mobilità Sostenibile delle città che li hanno approvati.

Nei prossimi mesi, insieme ai nostri partner e alleati in tutta Italia, presenteremo alcune proposte dettagliate e suffragate da evidenze, come sempre, per:

  • promuovere davvero la ciclabilità urbana;
  • liberare le nostre città dalle auto inquinanti;
  • sostenere il trasporto pubblico locale e la sua elettrificazione;
  • e sviluppare un approccio olistico su energia, consumo di suolo, pianificazione urbana e organizzazione delle attività economiche.

Pensiamo di avere il diritto di muoverci meglio, di respirare aria più pulita e di ri-popolare le nostre strade di persone (soprattutto di anziani e bambini), togliendo spazio alle macchine. E quali che siano i risultati che usciranno dalle urne, continueremo a mobilitare grandi e piccoli per riprenderci le nostre città.

Intanto il prossimo appuntamento è per Venerdì 23 Settembre, allo sciopero globale per il clima, e il 21 Ottobre la seconda giornata europea #StreetsForKids per le strade scolastiche. Ci vediamo in strada!

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