Nei giorni scorsi è stato presentato presso la sede del CNEL il 21° Rapporto sulla mobilità degli italiani, redatto da ISFORT con il contributo scientifico della STM del MIT, del CNEL e delle Associazioni AGENS ed ASSTRA.
Il Rapporto completo sarà disponibile nei prossimi giorni, mentre in basso è possibile scaricare la presentazione del Direttore della Ricerca di Isfort Carlo Carminucci e la sintesi del Rapporto.
Rivedi il convegno di presentazione
Fra le informazioni più significative del rapporto, come di consueto, i dati sulla ripartizione modale.
“I dati sui mezzi di trasporto utilizzati dai cittadini (riparto modale) mostrano segnali indubbiamente positivi nel 2023 e nei primi mesi del 2024, con un buon recupero di share soprattutto della mobilità pedonale (dal 18,0% del 2023 al 21,3% del primo semestre 2024); il trasporto pubblico nel suo insieme continua la graduale ripresa di mercato dopo il crollo registrato nel 2020 (dimezzamento della quota modale), attestandosi nel 2023 all’8,6% degli spostamenti contro il 6,6% del 2021 e il 7,4% del 2022. La dinamica di miglioramento del riparto modale appare tuttavia ancora timida e insufficiente a «scardinare» in modo tangibile il monopolio dell’auto nelle scelte degli italiani: 63,1% degli spostamenti soddisfatti nel primo semestre del 2024, seppure in diminuzione dal 66,3% del 2022 (ma era al 62,5% nel 2019). Ed è da ricordare in termini di km percorsi la quota dell’auto sale nel 2023 al 75%, oltre 6 punti in più rispetto al 2022.
Stabile il peso degli spostamenti intermodali al 3,1%, dato molto lontano dai valori pre-Covid (6,9% nel 2019).
Il tasso di mobilità sostenibile, ovvero la quota di spostamenti con i diversi mezzi a minor impatto (piedi,
bicicletta/micromobilità, mezzi pubblici) è risalito nell’ultimo anno e mezzo (33,4% nel primo semestre del 2024 contro il 29,5% del 2022), ma è di tutta evidenza che resta su livelli molto bassi, denunciando la «in-sostenibilità» di fatto del modello di mobilità degli italiani e il sostanziale fallimento delle politiche di riequilibrio modale messe in campo nell’ultimo quarto di secolo alle diverse scale territoriali (l’indice era al 34,1% nel 2000 e al 37,2% nel 2002!).”
Il tasso di mobilità sostenibile, ovvero la quota di spostamenti con i diversi mezzi a minor impatto (piedi,
bicicletta/micromobilità, mezzi pubblici) è risalito nell’ultimo anno e mezzo (33,4% nel primo semestre del 2024 contro il 29,5% del 2022), ma è di tutta evidenza che resta su livelli molto bassi, denunciando la «in-sostenibilità» di fatto del modello di mobilità degli italiani e il sostanziale fallimento delle politiche di riequilibrio modale messe in campo nell’ultimo quarto di secolo alle diverse scale territoriali (l’indice era al 34,1% nel 2000 e al 37,2% nel 2002!).”