Asstra (che associa 141 aziende che rappresentano il 75% del mercato Tpl in Italia) ha definito uno strumento che, grazie a un algoritmo, consente agli operatori del Tpl e ai decisori pubblici di quantificare le risorse necessarie per gestire il processo di transizione energetica.

«Uno strumento a disposizione delle singole aziende di trasporto e delle istituzioni, utile in ottica di sviluppo delle flotte, organizzazione aziendale e programmazione economica» sottolinea il presidente di Asstra, Andrea Gibelli.

Per quanto riguarda il fabbisogno finanziario, Gibelli chiarisce: «Solo per gli investimenti relativi al rinnovo delle flotte autobus, al netto dei costi di gestione, servono circa 700 milioni di euro annui per i prossimi quindici anni». Un volume di risorse colossale, circa io,5 miliardi, che esige un’adeguata copertura per evitare che gli obiettivi fissati dall’Europa sulla transizione ecologica restino sulla carta.

Con la transizione all’elettrico, le aziende del Tpl hanno compiti del tutto nuovi e devono confrontarsi anche con le innovazioni tecnologiche che si susseguono a ritmo sempre più veloce.

Vediamo i casi di Milano e Bologna. Atm Milano, impegnata nella conversione dell’intero parco autobus (1.200 veicoli, ancora in maggioranza endotermico) al full electric, Gibelli spiega che non esiste una soluzione unica, «ma ogni linea è un sistema e diverse possono essere le alternative: ad esempio per le ricariche delle batterie, che possono avvenire nei depositi di notte o lungo linea attraverso stazioni di ricarica, e tutte queste scelte implicano che si operi in una logica di sistema».

Atm è controllata al 100% dal Comune di Milano. Il piano full electric di Atm prevede un investimento complessivo di circa 1,5 miliardi di euro per nuovi veicoli e infrastrutture. Per il solo rinnovo della flotta l’investimento è di 800 milioni di euro, di cui 293 milioni di euro da finanziamenti pubblici già completamente spesi e contrattualizzati. A oggi, nella città di Milano sono in circolazione circa 25o bus elettrici su 19 linee. La logica di sistemava applicata anche per la gestione dei depositi: Atm ha già cominciato a riconvertire i principali depositi cittadini per destinarli a ospitare i veicoli elettrici, che hanno esigenze del tutto diverse dai veicoli endotermici. Un’operazione che Atm sta portando avanti da sola. L’azienda ha già destinato ioo milioni di euro alla riconversione dei depositi esistenti e ha bisogno di ulteriori 400 milioni da investire nei nuovi impianti.

Bologna è già oggi, tra le città metropolitane italiane, quella con la più elevata quota percentuale di autobus a basse emissioni. Tper, la principale azienda di Tpl dell’Emilia-Romagna controllata da Regione (46,13%) e Comune di Bologna (30,11%), punta a rinnovare la flotta attraverso un energy mix diversificato, composto da più modalità di trazione: accanto agli autobus elettrici a batteria, di varie dimensioni per adattarsi alle diverse esigenze di servizio, Tper ha pianificato l’entrata in esercizio di una flotta di autobus a idrogeno fuel cell entro il 2026, in linea coni tempi stabiliti dal Pnrr. Il traguardo di Tper è decarbonizzare l’intero servizio urbano entro il 2030. Da segnalare che su 400 nuovi bus elettrici immatricolati nel 2023 in Italia, 37 sono quelli di Bologna.

fonte: Il Sole 24 Ore