Il rapporto di Legambiente Pendolaria ambiente urbano, diffuso nell’ambito della Campagna Clean Cities, denuncia che uno dei settori su cui ancora molto dovrà essere fatto nei prossimi anni è quello delle reti metropolitane da realizzare nelle più grandi città italiane, aspetto che il Pnrr, ad esempio, prevede in maniera limitata, principalmente a causa della necessità di completare le opere entro il 2026.

Al contrario, sono necessari maggiori investimenti, legati a una visione di sviluppo delle aree metropolitane italiane che parta dai nodi della mobilità e dell’inquinamento, andando a colmare i ritardi che in questi anni non sono stati affrontati e che si sono ampliati rispetto agli altri grandi Paesi europei.

Molto negativi i dati dell’ultimo anno quando, ancora una volta, in Italia non è stato inaugurato nemmeno un chilometro di nuove
tranvie mentre l’unica aggiunta alla voce metropolitane riguarda l’apertura di un nuovo tratto della M4 a Milano.

Drammatico il rallentamento avvenuto dal 2016: da allora al 2023 sono stati realizzati 11 km di tranvie e 14,2 di metropolitane, con una media annua rispettivamente di 1,375 km e 1,775 km, lontanissimo da quanto sarebbe necessario per recuperare la distanza dalle dotazioni medie europee.

Va ricordato come le tranvie siano fondamentali per gli spostamenti veloci all’interno delle aree urbane ma anche come mezzo per collegare zone extra urbane, periferie e centri storici. Nel caso di moderne tranvie con nuovi rotabili, pianificate con l’obiettivo di facilitare questo tipo di spostamenti, queste infrastrutture risultano estremamente competitive, anche per via delle minori richieste economiche, rispetto alle classiche linee metropolitane.

Per questi motivi nel resto d’Europa la spinta alla loro realizzazione non si è fermata e nel 2023 sono stati realizzati 5,2 km nel Regno Unito (a Edimburgo e Birmingham), 3,5 km in Germania (a Berlino, Bochum e Mannheim), 2,4 km in Spagna (a Vitoria/Gasteiz) e ben 40 km in Francia (a Parigi, Angers e Bordeaux).

La dotazione di linee metropolitane delle città italiane messe assieme si ferma a 255,9 km totali, ben lontano dai valori di Regno Unito (680,4 km), Germania (656,5) e Spagna (615,6).

Basti dire che il totale di km di metropolitane in Italia è inferiore, o paragonabile a quello di singole città europee come Madrid (291,3) o Parigi (225,2), che mostrano numeri impressionanti e progetti di sviluppo per aumentare il numero di utenti.

Nel nostro Paese sono in esercizio 397,4 km totali di tranvie, assai lontani dagli 875 km della Francia e soprattutto dai 2.042,9 km della Germania. Analoga situazione per le ferrovie suburbane, quelle prese ogni giorno da tanti pendolari, dove l’Italia è dotata di una rete totale di 740,6 km mentre sono 2.041,3 quelli della Germania (che aumentano grazie all’apertura di 3,1 km a Hannover nel 2023), 1.817,3 km nel Regno Unito e 1.442,7 in Spagna.

Spostando il confronto sui km di metro a disposizione dei cittadini di alcune città europee selezionate si evidenzia come, ad eccezione di Milano, le realtà italiane siano decisamente indietro. I km di metro ogni 100mila abitanti di Roma, ad esempio, si fermano a 1,43, rimanendo lontanissimi da altre capitali quali Londra (4,93), Madrid (4,48), Berlino (4,28). Ovviamente, in parallelo, un discorso simile vale per la quantità di stazioni presenti, ancora una volta con Milano (3,71) unica tra le grandi città italiane a reggere il confronto, piazzandosi dopo Berlino, Madrid, Barcellona e Londra.

Opere previste e finanziamenti

All’interno di questo quadro sconsolato, la notizia più grave per la mobilità sostenibile di quest’anno è l’inadeguatezza della legge di Bilancio 2024 a rispondere alla sfida della mobilità del futuro.

Per la prima volta dal 2017, non sono previsti fondi né per il trasporto rapido di massa, il cui fondo è stato definanziato, né per la ciclabilità e la mobilità dolce, né per il rifinanziamento del fondo destinato alla copertura del caro materiali per i progetti finanziati, in via di realizzazione e neanche per il fondo di progettazione, con gravi conseguenze sui lavori.

In questo contesto, è impossibile immaginare di potenziare il servizio di trasporto pubblico italiano senza rifinanziare i fondi svuotati dal governo Meloni o senza incrementare la dotazione del fondo nazionale trasporti per finanziare il servizio.

I finanziamenti destinati alle infrastrutture urbane in questi anni hanno preso corpo in buona parte su progetti che hanno tempi lunghi di realizzazione e che continuano ad essere in ritardo, o che hanno criticità evidenti. Ammontano a oltre 16 miliardi di euro, spalmati però su oltre 10 anni di lavori e progetti (quindi meno di 2 miliardi l’anno reali). Complessivamente sono in cantiere o finanziati 144,2 chilometri di metro tra linee nuove, prolungamenti e riconversioni, 248,5 di tranvie, 183,9 di filobus e busvie.

Vedi report “Pendolaria – Speciale aree urbane

fonte: Legambiente