Il settore dei trasporti è stato tra quelli più sconvolti dalla pandemia e dalle sue conseguenze a lungo termine. Le restrizioni alla mobilità, gli obblighi di mascherina e distanziamento su autobus e treni, il lento ritorno alla normalità nelle modalità d’uso dei trasporti hanno cambiato drasticamente la percezione dei mezzi pubblici. Secondo studi internazionali, il timore di contrarre malattie sui mezzi pubblici è aumentato dopo la fase acuta della pandemia, spingendo molti a incrementare l’uso dei ben più inquinanti trasporti privati.
È fiorito, d’altra parte, il ricorso ai mezzi privati ecologici, come biciclette e monopattini elettrici, mentre sempre più persone hanno iniziato a muoversi a piedi, soprattutto in città.
Indagine sulla mobilità
La «Prima indagine sulla mobilità a Bergamo e provincia», lanciata da L’Eco di Bergamo e Atb a ottobre, ha raccolto più di 1.300 risposte. Obiettivo: realizzare una panoramica degli utenti del trasporto provinciale e analizzare i cambiamenti nelle loro abitudini da prima a dopo il Covid, fornendo un importantissimo spaccato delle necessità di chi si muove nella Bergamasca. Le risposte raccolte provengono in gran parte dalla provincia, circa 850, mentre in città hanno compilato il sondaggio in 450. Il peso demografico della provincia è confermato da un altro dato, quello relativo al tipo di tragitto più gettonato: tre quarti delle persone che hanno risposto al sondaggio, infatti, affermano di muoversi tra Comuni diversi tra loro; solo un quarto riporta di spostarsi quasi unicamente all’interno dello stesso Comune. Riducendo l’analisi ai soli cittadini di Bergamo, però, il dato cambia: il 57% degli intervistati afferma che la maggioranza dei suoi viaggi avviene all’interno dei confini comunali.
Il settore dei trasporti è stato tra quelli più sconvolti dalla pandemia e dalle sue conseguenze a lungo termine. Le restrizioni alla mobilità, gli obblighi di mascherina e distanziamento su autobus e treni, il lento ritorno alla normalità nelle modalità d’uso dei trasporti hanno cambiato drasticamente la percezione dei mezzi pubblici. Secondo studi internazionali, il timore di contrarre malattie sui mezzi pubblici è aumentato dopo la fase acuta della pandemia, spingendo molti a incrementare l’uso dei ben più inquinanti trasporti privati.
Chi risiede a Bergamo vi resta, chi abita in provincia deve spostarsi
Chi risiede a Bergamo, insomma, vi resta; chi abita in provincia deve spostarsi altrove, sia verso la città che verso i Comuni maggiori, per esigenze scolastiche, di lavoro e familiari. La tendenza conferma l’importanza di buoni collegamenti tra il centro e le periferie che, stando a quanto emerso dall’indagine, non sempre sono sufficienti.
Bocciato il servizio notturno
Sono 439 su 956, il 45,9%, le persone che ritengono «scarsa» o «pessima» la disponibilità di mezzi pubblici durante il giorno. Il dato sale a ben 759 persone,l’81,2%, per la sera, con 400 intervistati, il 42,8%, che segnalano come «pessimo» il servizio notturno offerto dalle principali compagnie bergamasche.
Sollecitazione all’aumento delle corse
Emerge, dunque, una sollecitazione all’aumento delle corse: al contempo, la richiesta di più bus, tram e treni mostra che, nella Bergamasca, i timori legati a un possibile contagio a bordo sono poco diffusi e che la percezione di sicurezza sanitaria sui trasporti pubblici è buona. Lo scenario post-pandemico della mobilità è caratterizzato da elementi di continuità e di rottura con il passato. Per esempio, i giorni della settimana in cui si concentrano gli spostamenti sono rimasti gli stessi del 2019: ci si muove di più in settimana e meno nel weekend. E, ovviamente, in settimana ci si muove principalmente per scuola e lavoro, mentre nel fine settimana gli spostamenti riguardano esigenze familiari o i divertimenti.
I motivi dei viaggi
Cambia, invece, il peso relativo di ciascuna di queste motivazioni rispetto al 2019. Il lavoro, tradizionalmente il primo motivo degli spostamenti per gli over-18, scende del 9%. Lo stesso vale per lo studio, la cui incidenza sui trasporti cala del 5%.Salgono, invece, lo sport (+8%) e il divertimento (+3%): è possibile che si avvertano ancora gli effetti della continuazione dello smartworking e dello studio da remoto. Nonostante questi aggiustamenti, però, il numero complessivo di spostamenti pro-capite resta, in sostanza, lo stesso: il 60% degli intervistati, infatti, afferma di muoversi quanto prima della pandemia, mentre il 20% spiega di viaggiare più spesso e meno un altro 20%.
La crescita dei mezzi ecologici
Il grande cambiamento riguarda l’aumento dell’uso dei mezzi ecologici: salgono la bicicletta (+20% rispetto al periodo pre-pandemia) e gli spostamenti a piedi (+20%), «esplodono» i monopattini elettrici (+60%). Tuttavia, questa tendenza non intacca l’uso dei mezzi pubblici né, sfortunatamente, quello delle auto, uguale a quattro anni fa.
fonte: Eco di Bergamo