Il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, ha dichiarato: «Se nelle vie del centro storico si va a 30 km all’ora secondo a me va bene. Ovviamente non metto quel limite nelle arterie principali della città.».

A Bergamo la strada scelta è quella di agire un pezzo alla volta, quartiere per quartiere. La direzione è comunque quella di mettere in sicurezza le vie interne: «Rispetto alle strade gestite dal Comune, più del 50% è già oggi in Zona 30 – ricorda Stefano Zenoni, assessore alla Mobilità –: con gli interventi previsti in primavera, stimiamo di arrivare all’80%».

A Bergamo abbiamo sempre coltivato un approccio graduale: c’è stato un passaggio in consiglio comunale e un ordine del giorno votato dalla maggioranza sull’obiettivo di allargare le Zone 30, ma il lavoro concreto si è tradotto nel ragionare un quartiere alla volta. Abbiamo proceduto così, lavorando su una singola zona, anche in coerenza con il Pums (il Piano urbano della mobilità sostenibile, ndr): questa scelta smonta l’accusa di provvedimenti ideologici, perché lavoriamo sulla sicurezza delle vie interne, che non dovrebbero essere usate come scorciatoie, e dove ci sono i luoghi più sensibili».

«Rispetto al dibattito nazionale, – aggiunge Zenoni – troverei molto inopportuno che il ministero normasse dall’alto un aspetto che è di competenza dei Comuni. Si parla tanto di autonomia: siano allora i Comuni a decidere quali politiche attuare sul loro territorio».

«Ricordo che la prima città italiana a partire con questa scelta fu Olbia, amministrata dal centrodestra, e anche altre città di centrodestra hanno adottato provvedimenti simili, come Treviso – risponde Zenoni –. Questa è la strada giusta per la convivenza di mezzi diversi all’interno della città. I giudizi e i riscontri mi pare siano positivi, e sono arrivati anche da soggetti diversi delle associazioni ambientaliste. Il nostro criterio è sempre lo stesso: interveniamo sulle strade di quartiere, lasciando immutati i limiti sulle vie principali di scorrimento, dove comunque nei momenti di punta del traffico si va già a una velocità inferiore. Attraverso queste scelte si cerca di ridurre i picchi di velocità, cioè ridurre la tendenza ad andare a 50 km/h in una via interna generando più pericoli: credo molto alla “gerarchia delle strade”, perché la conformazione delle vie induce i comportamenti di chi guida. È un lavoro di cultura».

Fonte: Eco di Bergamo