Riproponiamo qui di seguito un estratto dell’articolo di Luca Bonacina sull’Eco di Bergamo, per la parte in cui tratta in dettaglio la situazione della città lombarda, dopo aver parlato della mobilità in ambito nazionale.

“Confrontando la ripartizione modale degli utenti, nelle varie categorie di trasporto tra il contesto bergamasco e quello più ampio del Nord-Ovest italiano si possono notare differenze significative. Infatti, secondo quanto riportato dal piano della mobilità sostenibile del comune di Bergamo (PUMS) e dal rapporto dell’Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti (ISFORT), in città la percentuale di persone che si spostano in auto e moto si assesta intorno al 53% contro il 66% del Nord-Ovest.

Allo stesso modo le bici vengono usate dal 21% dei residenti di Bergamo contro il 4% degli abitanti del Nord-Ovest, mentre i mezzi pubblici soddisfano il 15% degli utenti comunali contro il 10% di quelli regionali. Infine, la quota di pedoni a Bergamo è metà di quella del Nord-Ovest (10 e 20%). Ovviamente la ripartizione modale varia un po’ in base alla distanza (città, hinterland o provincia) e in funzione del tipo di spostamento (lavoro/studio o altro). In generale, man mano che le distanze si allungano la bici viene accantonata a favore del mezzo a motore privato e del trasporto pubblico che in provincia raggiungono quote del 62 e 36% rispettivamente. Sul fronte mobilità leggera, comunque, la situazione a Bergamo è migliore rispetto all’ambito territoriale sovra regionale, anche se il veicolo a motore privato (auto + moto) risulta dominante.

Ora che abbiamo esaminato le differenze spaziali tra la mobilità bergamasca e quella regionale, nazionale ed europea proviamo a capire come questa è cambiata nel tempo. Analizzando l’evoluzione del numero di automobili in circolazione negli ultimi 14 anni, possiamo osservare che a Bergamo città il tasso di motorizzazione è rimasto abbastanza stabile, oscillando tra 600 e 630 auto/1000 abitanti, mentre in Italia e in Europa è aumentato progressivamente.

La serie temporale completa riguardante la provincia non è disponibile, ma i pochi dati a disposizione indicano che il tasso di motorizzazione cittadino è lievemente inferiore, soprattutto se si compara con l’area interurbana. Le moto in città sono circa un decimo delle auto e anche loro sono rimaste abbastanza costanti nel tempo, oscillando tra i 145 e i 160 per mille abitanti.

Il trasporto pubblico presenta una tendenza totalmente diversa: se il numero di utenti che si muovono in autobus e tram è aumentato significativamente dal 2010-2013 al 2019 (10%), con il Covid è precipitato (meno 20-30% in due anni) e attualmente non ha ancora recuperato i livelli pre-pandemia.

Un comportamento opposto sembra riguardare invece le biciclette: non ci sono stime ufficiali sul numero di ciclisti urbani ma un recente sondaggio lanciato da L’Eco di Bergamo e ATB indica un aumento di spostamenti in città del 38% in linea con la tendenza nazionale e mondiale, misurata da Google a partire dalle richieste delle indicazioni per percorsi in bicicletta.

Sembra dunque che i mezzi di trasporto più sostenibili concorrano tra loro senza intaccare minimamente il dominio dell’auto privata, che rimane il mezzo prediletto dei bergamaschi. Anche considerando l’evoluzione della ripartizione modale dei mezzi di trasporto in un lasso di tempo più lungo, non si notano grandi cambiamenti. Dagli anni Novanta ad oggi, infatti, bici e auto sono aumentate rispettivamente del 15 e del 6%, a discapito dei pedoni e delle moto che sono calati del 16 e del 5%, i mezzi pubblici invece sono rimasti praticamente invariati (-1%). Dunque, le auto hanno rimpiazzato le moto e le biciclette i pedoni.

Questi dati dimostrano il divario tra narrazione e realtà nella promozione della mobilità sostenibile e indicano che per ridurre il traffico siano necessari interventi ben più drastici di quelli realizzati fino ad ora.

Il piano della mobilità sostenibile del comune prevede nei prossimi sei anni di spostare il 5% degli automobilisti verso il trasporto pubblico, mentre Legambiente indica un obiettivo più ambizioso per ottemperare anche ai limiti europei di qualità dell’aria. Nell’ultimo rapporto CleanCities, viene infatti fissato come traguardo il dimezzamento del tasso di motorizzazione attuale, che quindi, in città, dovrebbe scendere al di sotto delle 350 auto per 1000 abitanti. Le strategie suggerite sono quelle classiche, sperimentate con successo ormai in tutto il mondo: ampliamento delle zone a traffico limitato, riduzione dei parcheggi e pedonalizzazione, potenziamento del trasporto pubblico, della rete ciclabile e dei servizi di sharing e agevolazioni economiche per l’utilizzo degli stessi.

Come abbiamo visto, il mezzo di trasporto responsabile del traffico è l’automobile; tram, bus, moto, bici e pedoni dal punto di vista dell’occupazione di suolo pubblico sono molto più efficienti, senza contare che inquinano meno e sono più democratici. Ridurre il numero di auto è l’unica strada per migliorare la mobilità del territorio.”

Fonte: Eco di Bergamo