L’iniziativa era stata presentata ufficialmente dal Comune sei mesi fa senza sollevare particolari perplessità. Forse perché l’installazione di 37 nuovi locker (tra centro, Bergamo Alta e nei quartieri, in aree di proprietà pubblica) era ancora solo sulla carta e, a quanto risulta, valutata dalla componente commerciale cittadina in esclusiva ottica viabilistica. Come rimarca l’assessore alla Mobilità, Marco Berlanda era, infatti, parte «delle strategie e soluzioni inserite nel Piano Urbano della Mobilità». Fatto sta che è passata via liscia: meno traffico, meno inquinamento e più vivibilità erano i plus sostenibili, sottolineati dalla ridefinizione del sistema delle consegne, con l’elenco delle vie di Bergamo interessate già individuate (e annunciate pubblicamente).

Tutti contenti? No, perché adesso che la Amazon Locker Strategy è stata messa a terra, peraltro anche in modo coloritamente artistico (come si è visto con il punto inaugurato l’altro giorno in Porta Nuova, uno dei 14 punti Amazon che saranno in città) si alzano i lai di protesta del commercio orobico unito in battaglia: Confesercenti, Confcommercio e Duc fanno quadrato e vanno all’attacco di Palafrizzoni. Sintesi estrema della rimostranza: «I locker rappresentano un segnale dell’evoluzione delle modalità di acquisto e consegna, ma si pongono in netta concorrenza e contraddizione con la tutela del pluralismo commerciale». Il presidente di Confesercenti, Antonio Terzi lamenta: «Se fossimo stati consultati, avremmo proposto che l’installazione avvenisse quantomeno in aree intermodali o di interscambio. L’amministrazione dovrebbe cercare almeno di non facilitare la vita a market place che godono di vantaggi fiscali rispetto ai negozi tradizionali. Nei primi tre mesi siamo sotto del 2,3%, le piccole superfici che andranno oltre il -3%».

Da Confcommercio, il numero uno Giovanni Zambonelli sostiene che «la situazione sia sfuggita di mano o gestita con poca attenzione e proprio nel momento in cui si fanno grandi sforzi per rivitalizzare il commercio cittadino». Nicola Viscardi, manager Distretto urbano del Commercio parla di «una totale mancanza di confronto con il Comune di Bergamo».

Da Palafrizzoni arriva la risposta congiunta di Berlanda e dell’assessore al Commercio Sergio Gandi: «Non si tratta di una misura che promuove nuovi consumi digitali, ma di un tentativo di regolare e rendere più sostenibile ciò che già avviene. Una città più ordinata e vivibile è anche un contesto migliore per il commercio cittadino. L’amministrazione comunale conferma il proprio impegno con azioni concrete a sostegno del commercio locale e di prossimità. A partire dal 2025, il contributo al Distretto Urbano del Commercio sarà incrementato a 100.000 euro. Sono inoltre previsti 15.000 euro a supporto di iniziative promozionali per lo shopping in centro nei prossimi mesi. Abbiamo accolto le istanze avanzate dalle associazioni di categoria rispetto alla rimodulazione delle Ztl, dimostrando ancora una volta attenzione e disponibilità all’ascolto e al confronto».

fonte: Corriere.it