«Bologna 30 è coerente con le indicazioni del Ministero, quindi le nostre ordinanze sui limiti di velocità restano in vigore. Andiamo avanti». Letta la direttiva firmata da Matteo Salvini che punta a restringere Città 30 — cinque pagine pubblicate ieri mattina — il sindaco Matteo Lepore tira un sospiro di sollievo.

La Direttiva del MIT

Nella direttiva si legge che “l’imposizione generalizzata di limiti di velocità eccessivamente ridotti potrebbe creare intralcio alla circolazione. Dunque la fissazione generalizzata di limiti di velocità nel contesto urbano risulta arbitraria».

Secondo il Comune di Bologna, tuttavia, Citta 30 rispetta questa indicazione. Il limite infatti è stato applicato sul 70% della città, valutando strada per strada a seconda dei criteri del Ministero dei Trasporti.

Secondo il Mit sono motivi sufficienti per imporre i 30 all’ora: i tassi di incidentalità di una strada monitorati negli ultimi tre anni; la presenza di scuole, ospedali, aree verdi, esercizi commerciali di vicinato, aree industriali; presenza di immobili storici o artistici, o di unità abitative residenziali; esigenze legate a flussi turistici o eventi straordinari.

Il Comune sostiene di aver considerato proprio questi criteri per l’individuazione delle strade a 30 all’ora“Perimetrare” le zone 30.

Nella direttiva del Mit si parla di “perimetrazione” delle strade o dei tratti di strada a 30 all’ora, che devono essere circondati da una rete viaria ai 50 all’ora. Secondo il Comune questo è quel che accade a Bologna, dove Città30, formata da 14 zone 30 (compreso il centro storico) ha un perimetro che corre lungo l’asse di tangenziale e autostrada, circondato da una rete di strade a 50.

Inoltre, all’interno di Città 30 permangono corridoi a 50 all’ora: i viali di circonvallazione della città

Il testo integrale della Direttiva MIT