Dopo lo stop della pandemia, tornano i passeggeri su autobus e treni e Tper — mentre, tra incentivi e campagne di reclutamento, «lotta» contro la carenza di autisti — chiude un 2023 con l’utile netto di 3,3 milioni di euro contro gli 1,6 milioni dell’anno scorso quando era in calo a fronte dei prezzi delle materie prime e dell’energia. I ricavi salgono a 228 milioni (+3,9%) e il risultato operativo si attesta sui 7,25 milioni.
Queste le cifre del progetto di bilancio approvato ieri dal cda dell’azienda di trasporto pubblico dell’Emilia-Romagna che sarà sottoposto all’assemblea dei soci. Ai buoni risultati economici ha contribuito anche la scelta della diversificazione industriale con la gestione di sharing, le attività complementari ai servizi ferroviari e integrative della mobilità.
Tanto che l’azienda ha potuto contabilizzare investimenti per oltre 69 milioni di euro, praticamente più che raddoppiati rispetto ai 32 milioni del 2022 e che hanno permesso l’impiego di 81 nuovi bus (53 urbani e 28 extraurbani).
Nel 2023 dunque, solo a Bologna, Tper ha trasportato più di 135 milioni di paganti (15,2 milioni a Ferrara), quasi il 20% in più rispetto al 222, superando i 150 milioni sull’intero servizio. Bene, dunque, la vendita dei singoli biglietti ma anche degli abbonamenti sostenuti dalle convenzioni con Regione, Comuni e Alma Mater per l’emissione di titoli a tariffe agevolate: gli abbonati annuali hanno raggiunto quota 142.000 (+6,5%), sono 795.0000( +30%) i mensili.
Ora, la società partecipata sta lavorando sulla messa a punto di sistemi digitali di pagamento e di infomobilità e alla gestione — senza finanziamenti pubblici — dello sharing full electric Corrente.
Nel triennio 2024-2026, ancora, solo per il trasporto pubblico nei bacini di Bologna e Ferrara, sono già previsti investimenti per circa 260 milioni di euro, 92 milioni in infrastrutture e sistemi e la restante parte destinata all’acquisto di 362 nuovi bus (304 su Bologna e 58 su Ferrara).
fonte: Corriere.it