Bologna, Firenze, Milano, ma insieme a loro anche Amsterdam, Bruxelles e Helsinki. Sono tredici in tutto i sindaci di città europee che in una lettera pubblicata sul «Financial Times» di giovedì 25 aprile, denunciano come in Inghilterra e in tutta Europa si osserva «una tendenza emergente e preoccupante» dei governi nazionali a rendere difficile per le città e i loro sindaci intervenire sulla mortalità stradale, «imponendo limiti di velocità più bassi e altre misure».

Ed ecco che la polemica  su Bologna Città 30 diventa una delle tante città a vivere un conflitto con il governo centrale sulla questione dei limiti di velocità e della sicurezza stradale. I governi frenano l’autonomia dei sindaci e i sindaci chiedono libertà di manovra.

I sindaci firmatari della lettera, che è stata pubblicata in seguito a un editoriale sul «Financial Times» dove si plaude all’esperimento promettente fatto dai sindaci metropolitani inglesi sul tema della sicurezza stradale, denunciano come, al contrario, sia in Inghilterra che in generale in Europa chi amministra ha invece molte difficoltà a proporre politiche innovative in questo senso. Per esempio «In Italia dove il governo ha proposto una nuova legge sulla circolazione stradale che ostacolerebbe gravemente la capacità delle autorità locali di creare zone a traffico limitato, installare autovelox e fissare limiti di velocità inferiore». E qui, va da sé, il riferimento implicito è alla battaglia che, dopo la delibera del Comune di Bologna sulla Città 30, il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha intrapreso con il sindaco Lepore per mettere dei «paletti» al provvedimento e motivarlo strada per strada in modo dettagliato.

fonte: Corriere.it