Flash mob contro il nuovo codice della strada a firma del ministro Matteo Salvini – ribattezzato «codice della strage» – da parte di Fiab, Legambiente, associazione Gabriele Borgogni, Fridays for Future, Bycs, associazione Lorenzo Guarnieri e Isde.

Gli attivisti, sabato mattina, hanno organizzato una «biciclettata», pedalando da piazza Alberti fino alla prefettura di Firenze. Firenze 30 – la rete che unisce le sigle – sostiene che il nuovo codice «strizza l’occhio alla velocità, limitando la possibilità di effettuare controlli e ostacolando la moderazione del traffico e la mobilità ciclistica».

Una delle criticità più gravi, secondo Firenze 30, riguarda l’autonomia dei sindaci: «Col nuovo codice le Ztl, le aree pedonali e le ciclabili verrebbero rese più difficili da Governo e Ministero». In particolare, i provvedimenti governativi renderebbero, a parere degli attivisti, molto complesso installare autovelox: «Eppure, in Italia, sono morte di violenza stradale 30mila persone negli ultimi dieci anni. Senza contare le emissioni inquinanti che comportano più malattie cardiovascolari e respiratorie».

Anche le Ztl verrebbero perforate più facilmente: «Col nuovo codice, se una persona entra in auto più volte al giorno in area pedonale o Ztl prenderà una sola multa».

Jacopo Bardi di Bycs, Ong globale che sostiene il cambiamento urbano attraverso l’uso della bici, vorrebbe che a Firenze si realizzasse quello già visto a Bologna con la città 30: «Come è andata la biciclettata? Abbiamo percepito tanta aggressività da parte degli automobilisti, nonostante la presenza di molti bambini. Crediamo che il limite di 30 km/h sia efficace nelle strade a una sola corsia, mentre con doppia corsia è giusto mantenere il limite di 50 km/h. Spesso c’è confusione proprio su questo aspetto: la città 30 non significa avere ogni strada col limite a 30 km/h».

«Palazzo Vecchio sta estendendo molto le zone 30. Siamo al 50% delle strade. Ma servono controlli».

Fonte: Corriere.it