«È stato bocciato alla Camera l’emendamento del Codice della strada che prevedeva l’obbligo di sensori d’allarme sui mezzi pesanti. Si tratta di una gravissima occasione persa da parte della maggioranza, che avrebbe incrementato la sicurezza nelle nostre strade. II ministro Matteo Salvini parla di sicurezza, ma un intervento come questo, assolutamente ragionevole che andava nella direzione di salvare la vita a centinaia di persone che ogni anno muoiono a causa di impatti con mezzi pesanti sprovvisti di sensore di allarme, è stata respinto, cosa già avvenuto in Commissione trasporti»: così il deputato Federico Gianassi che aveva presentato la proposta.

Tutto nasce dal grave incidente di alcuni mesi fa a Firenze nel quale una giovane donna perse un piede per il violento impatto del suo ciclomotore con un mezzo pesante sprovvisto dei dispositivi di segnalazione dei punti ciechi. Questo non è stato il primo episodio di incidenti imputabili a queste cause: l’anno prima sono morte due persone.

«Così – aggiunge Gianassi – a Firenze si decise di lanciare una sperimentazione e dotare i mezzi utilizzati dalla società partecipata del Comune per la gestione dei rifiuti e pulizia strade, di sensori per garantire la sicurezza degli utenti della strada. Un altro intervento è avvenuto a Milano, dove il comune ha adottato un’ordinanza per limitare in alcune zone l’accesso ai mezzi pesanti non dotati di dispositivo».

I dati sono chiari: ogni anno muoiono 200 persone per l’impatto anche a modesta velocità con mezzi pesanti che non dispongono di questi allarmi. Le norme europee prevedono l’obbligo per i nuovi mezzi immatricolati nel 2024 di dotarsi di questi strumenti salvavita, ma prima che tutti i mezzi ne siano dotati passeranno anni. Per questo il deputato dem Federico Gianassi si era mosso presentando una proposta di legge per rendere obbligatoria l’installazione su tutti i mezzi pesanti degli strumenti salva vita. Successivamente questa proposta è diventata un emendamento al Codice della strada proposto dal ministro Salvini; in Commissione trasporti era stato respinto, stessa sorte ieri in aula.

fonte: La Nazione