Firenze a 30 all’ora come Bologna. Almeno questa è l’intenzione di una rete di associazioni e cittadini nata ieri, proprio durante la settimana europea della Mobilità. D’altra parte sono ormai decine le città in tutto il mondo che hanno adottato il modello della Città 30, ovvero l’introduzione del limite di velocità generalizzato a 30 km/ h a eccezione delle strade principali e di scorrimento.

La campagna “ Firenze30” è promossa da FIAB Firenze Ciclabile, Fridays for Future, Legambiente Firenze, Associazione Gabriele Borgogni, Associazione Lorenzo Guarnieri e BYCS con l’obiettivo di «superare il modello di mobilità fondato sull’auto privata».

«Il tema che viene trattato daqueste associazioni — spiega il presidente del Consiglio comunale Luca Milani — interessa i cittadini e interessa tutto il Consiglio comunale. Pur con le differenze proposte si tratta di un tema trasversale in modo particolare quando le richieste che le associazioni portano avanti sono legate alla sicurezza stradale».

Dello stesso avviso è l’assessore all’Ambiente Andrea Giorgio: «Ringrazio le realtà coinvolte in questa campagna perché permetteranno di aprire una discussione profonda su come le nostre città devono cambiare per essere più vivibili. Abbiamo l’esempio di Bologna e anche noi a Firenze abbiamo fatto molto in questi anni tra le “ zone 30” e le strade scolastiche: ora serve un salto di qualità per tutelare i pedoni e i ciclisti, per diminuire gli incidenti, il traffico, il rumore e l’inquinamento in città».

All’iniziativa hanno dato supporto anche i consiglieri di Sinistra Progetto Comune Antonella Bundu e Dmitrij Palagi: « La sicurezza nel muoversi è un obiettivo imprescindibile, che rafforza anche le lotte ambientali » . L’associazione Lorenzo Guarnieri è dal 2010 molto attiva sul tema della sicurezza stradale: «Le strade nella nostra provincia, negli ultimi 10 anni, hanno visto 135 morti e 29.000 feriti — spiega Stefano Guarnieri — crediamo che non sia più accettabile e la moderazione della velocità è il tema di partenza per dire basta morti in strada».

Fonte: Repubblica Firenze