Lunedì 11 marzo nel pomeriggio si è svolto un sit-in davanti alla Prefettura di Genova per protestare contro la riforma del Codice della Strada voluta dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, attualmente in discussione al Parlamento.

In piazza si sono riuniti associazioni e movimenti che si occupano di ciclismo urbano e micromobilità, tra cui FIAB, #genovaciclabile, Cicloriparo, Circoliamo Sampierdarena, Bicibusauro, Vivinbici, Boom Biofficina Maddalena e Genova Segway. Presenti anche associazioni e movimenti ambientalisti come Legambiente Liguria, Triciclo Bimbi a basso impatto, Cittadini Sostenibili, Greenpeace Gruppo Locale Genova, Friday for Future, Ecoistituto Genova e Reggio Emilia, e Medici per l’ambiente (ISDE, Genova). La protesta non trascura chi difende i diritti dei pedoni e dei disabili, come Famiglie Senz’auto, Genova Cammina, e Genova Solving for All. Inoltre, il mondo dello sport sarà ben rappresentato dalla Federazione Ciclistica Italiana – CR Ligure e Monte Gazzo Outdoor. Infine, i comitati di cittadini che si adoperano per la vivibilità dei loro quartieri, tra cui Comitato San Fruttuoso, Comitato Pegli Bene Comune, Comitato Lungomare Canepa, Comitato Rivarolo, Associazione Comitato Acquasola, e Comitato Tutela Ambiente Centro Ovest.

Queste 27 realtà si oppongono fermamente alla riforma che viene proposta “per salvare vite in strada”, ma nella sostanza prefigura il persistere della strage. La riforma limita pesantemente l’autonomia di azione delle amministrazioni comunali, attacca e depotenzia Zone a Traffico Limitato (ZTL), aree pedonali, sosta regolamentata, controlli elettronici e mobilità ciclistica. Tali misure allontanano gli obiettivi del Piano Sicurezza Stradale 2030, dei quali il primo fra tutti è la riduzione del 50% del numero di decessi. In un paese dove si contano 3.159 morti e 223.475 feriti all’anno non ci possiamo permettere di mancare questo obbiettivo.

“In questi giorni sta montando la protesta in tutta Italia”, dichiara Romolo Solari, Presidente di FIAB Genova. “In più di 40 città italiane vengono organizzati momenti di contestazione. Forse certi politici pensano che gli italiani accettino passivamente queste decisioni, ma noi siamo qui per dire no a una riforma che mette a rischio la sicurezza di tutti sulla strada. Ci aspetteremmo anche una presa di posizione critica di Comune e Città Metropolitana di Genova su queste modifiche al codice della strada che rischiano di vanificare la loro programmazione di mobilità responsabile sancita dal Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) che punta a una città più sicura e rispettosa dell’ambiente urbano. Non possiamo permettere che anni di lavoro vengano cancellati.

fobte: Repubblica Genova