Una strada ( o una piazza) in cui viene vietato in modo permanente o temporaneamente con il limite a 30 all’ora, la circolazione di veicoli e scooter in modo che bambini e genitori possano raggiungere la scuola in sicurezza (il transito viene consentito a biciclette, mezzi per il trasporto dei disabili e scuolabus). Un’isola pedonale a tempo, insomma.

Il Comune annuncia che tutti gli istituti comprensivi avranno sicuramente una «strada scolastica» , quindi percorsi protetti per limitare il traffico per questioni di sicurezza ( e ambientali), attraverso la creazione di zone proibite per i mezzi a motore, quantomeno in orario di entrata e uscita da scuola.

«A febbraio – interviene l’assessore ai Trasporti, Matteo Campora – inizieremo gli incontri con la consulta scolastica per definire il programma degli interventi che andranno poi “calati” su ogni realtà. Si vedrà dunque nei prossimi mesi quali saranno i punti presi in considerazione.

Il tavolo di lavoro coordinato dal mobility manager (anche scolastico, nella figura di un docente) consegnerà al sindaco tutto il pacchetto di proposte che conterranno la richiesta di disporre il limite a 30 all’ora nelle strade davanti e, non escluso, attorno alle scuole» .

A Genova sono 20 gli istituti comprensivi che hanno già le school streets.« L’obiettivo è che tutti e 35 – prosegue Campora – abbiano delle zone sicure e car free. Le strade scolastiche rappresentano non solo una risposta ai problemi legati alla sicurezza stradale, ma anche della salute e della qualità dell’aria».

Introdotte per la prima volta a Bolzano nel 1989 e successivamente adottate in Belgio, Austria e Paesi Bassi all’inizio degli anni 2000, le strade scolastiche si sono imposte ovunque, da Londra a New York. In Italia sono previste dal codice della strada e per essere efficaci occorrono comunque altri interventi come «progetti finalizzati alla sensibilizzazione delle famiglie e a interventi viabilistici di supporto (creazione di percorsi protetti, messa in sicurezza degli attraversamenti pedonali», spiega la Direzione Mobilità e Trasporti del Comune nel report “Gli spazi della mobilità scolastica”, in cui viene dato ampio spazio a iniziative già esistenti a favore dei bambini come il Pedibus, un “autobus a piedi”, che permette ai bambini di arrivare a scuola – aggiunge Campora – attraverso un percorso stabilito raccogliendo i “passeggeri”, cioè i compagni, alle “fermate” predisposte lungo il cammino».

Come detto gli istituti comprensivi sono 35 e raggruppano più di 200 scuole dell’infanzia, Primarie e Secondarie di primo grado. «L’obiettivo principale è rendere la scuola raggiungibile in sicurezza a piedi o in bici installando dissuasori e cartelli – prosegue l’assessore –, ma è anche vero che sono necessari interventi di “ urbanistica tattica”, che rimodellano temporaneamente lo spazio pubblico. Quindi, marciapiedi più larghi, arredi urbani, spazi per giochi,alberi, fioriere, panchine per favorire punti di aggregazione».

Fonte: Repubblica Genova