Ricorso al Tar contro il contestatissimo progetto dello Skymetro in val Bisagno, la metropolitana sopraelevata di 7 km che dovrà collegare Brignole e Molassana e nei piani del Comune anche Prato.

A notificarlo è stata Legambiente nazionale per il comitato Opposizione Skymetro – Val Bisagno sostenibile. In primo luogo, “si chiede l’annullamento di due atti del Comune di Genova e uno della Regione Liguria – spiega il comitato –, in particolare la determinazione di chiusura di conferenza dei servizi (che approva il progetto di fattibilità tecnico- economica), il decreto della Regione che dichiara la compatibilità ambientale dell’opera e la delibera di Tursi che appone il vincolo preordinato all’esproprio su alcune proprietà private”.

Un ricorso al Tar deciso insieme a tutte le persone che fanno parte del comitato e delle associazioni che lo hanno supportato come MobiGe, Legambiente, Italia Nostra, Amici di Ponte Carrega.

«Sono quindici i vizi che abbiamo trovato nel progetto legati alle procedure di approvazione, tecnici, e in più non ha tenuto conto di aspetti sensibili per il territorio».

Il ricorso al Tar è stato presentatodall’avvocato Lorenzo Barabino. «Riassumendo nel ricorso si evidenzia che non si è presa in considerazione la valutazione ambientale strategica, cioè quanto impatterà sul tessuto urbano l’opera”.

Poi c’è la questione relativa all’articolo 32: così la Regione ha bypassato la legge regionale 17/ 23 che stabilisce che non si può costruire nella fascia di rispetto dell’alveo: la deroga per noi è incostituzionale. Abbiamo evidenziato che non è stata fatta una valutazione costi-benefici, il tracciato non tiene conto che le stazioni sono state ubicate in modo che non siano raggiungibili facilmente dagli utenti ed infine che è un’opera anacronistica».

Il comitato con il comunicato entra nei particolari del ricorso. «C’è l’osservazione critica del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici che, dopo le integrazioni fornite dal Comune, non ha ancora emesso un parere, con o senza prescrizioni. Nonostante questa mancata risposta il Comune e la Regione lo hanno approvato. Mancano studi di valutazione del rapporto costi/ benefici, tra costi sociali, paesaggistici, ambientali (principalmente la gestione dei rischi di esondazione del Bisagno), di salute pubblica».

Se lo Skymetro non si trova già inserito nel Puc, è obbligatorio per legge effettuare una variante del piano. Il Piano di Fattibilità Tecnico-Economica incompleto ha portato all’adozione di un’autorizzazione condizionata da molte prescrizioni ed inoltre il Comune non ha acquisito il nulla-osta tecnico del Ministero delle Infrastrutture e nemmeno l’autorizzazione in merito agli argini del Torrente Bisagno vincolati.

Non si sa nulla delle modalità di scavo in alveo, comprese le verifiche di stabilità, delle valutazioni sui fenomeni di infiltrazione delle fondazioni dei piloni e i dettagli realizzativi come il metodo di impermeabilizzazione; analisi delle carenze sulla stabilità dell’argine su tutta la lunghezza dell’opera a seguito dell’intervento.

Inoltre, dal punto di vista ambientale risultano ripetuti i dati di emissione per gli anni passati e per quelli futuri: come è possibile che le emissioni di CO2 siano invariate dal 2018 al 2056?.

Fonte: Repubblica Genova