Legambiente snocciola gli obiettivi al 2030 per Genova: diminuire del 3% il livello di polveri sottili e di quasi il 30% il biossido di azoto; per farlo, però, bisognerà raddoppiare gli sforzi riducendo la circolazione dei veicoli più inquinanti, incrementando l’uso di mezzi pubblici “green” ad oggi i bus elettrici sono 49 su 630 ma se ne attendono altri 95 entro fine 2025, e mettendo in atto misure coraggiose come la creazione di aree a zero emissioni e l’introduzione del limite dei 30 km/ h.
Sono alcuni dei dati emersi nel corso della tappa genovese di “ Città2030” la campagna di Legambiente che ha l’obiettivo di promuovere una mobilità sostenibile a zero emissioni.
« Genova non è tra le città peggiori per l’inquinamento – spiega Stefano Bigliazzi, presidente di Legambiente Liguria – ma i lenti miglioramenti che si riscontrano non sono sufficienti per arrivare agli obiettivi europei.
La città, purtroppo, non ha ancora trovato il coraggio sufficiente per attuare una misura, quella dei 30 km/ h, che sarebbe risolutiva per ridurre le emissioni e per far diminuire gli incidenti. Il sistema, lo abbiamo visto in molte città, funziona: basti pensare che da noi la velocità media è di 28 km/ h, mettere il limite a 30, salvaguardando le strade a percorrenza veloce, significa soltanto ridurre le accelerazioni e le frenate, limitando i consumi e i rischi » .
E qui entra in gioco l’altro tema sensibile, la sicurezza: Genova, con 656 incidenti ogni 100 mila abitanti, 4350 feriti e 15 decessi nel 2022, si contende, infatti, la “ maglia nera” con Firenze. « E a questo si aggiunge un problema – ha spiegato Romolo Solari, presidente del Circolo Amici della bicicletta – quando le persone hanno paura ad attraversare la strada o pedalare e il trasporto pubblico non è adeguato diventa difficile abbandonare l’auto o lo scooter » .
«Abbiamo individuato una trentina di interventi negli attraversamenti dove si verifica il maggior numero di incidenti – ha spiegato l’assessore all’ambiente del Comune di Genova Matteo Campora – si tratta di attività legate a semaforizzazione, messa in sicurezza, “isole protese”, oltre alla sperimentazione di tre attraversamenti rialzati a Ponente, Levante e in Val Polcevera » .
Ma la “ battaglia” contro l’inquinamento si combatte anche con la digitalizzazione e, in quest’ottica rientra il sistema di monitoraggi dei flussi. «Inizieremo da giugno a posizionare le prime telecamere – spiega Campora – iniziando dai confini esterni della città. Per gli automobilisti, per ora, non cambierà nulla perché serviranno solo a leggere i flussi di traffico anche se, in futuro, non si esclude che possano essere usate anche per limitare il traffico in caso di picchi di inquinamento».
fonte: Repubblica Genova