Verso una città a 30 chilometri orari, ma senza accelerate. Ampliare le zone trenta, partendo dalle strade a carreggiata ridotta, dai quartieri dove i limiti di velocità sono già attivi. O ancora, sperimentare “la città a 30” solo su porzioni di Milano.

Nel gennaio 2023 era stato approvato un ordine del giorno dal Consiglio comunale che prevedeva il raggiungimento della città a 30 chilometri orari realizzando il limite di velocità a partire dalle strade meno ampie e che la prescrizione non avrebbe invece riguardato le arterie ad alta percorrenza.

L’intenzione dell’Amministrazione è di arrivarci gradualmente, con soluzioni da adottare poco alla volta. Allargando a macchia d’olio le zone a velocità ridotta, studiando e introducendo nuove strategie per far rallentare le automobili, mettono in sicurezza le ciclabili, introducendo nuovi limiti di velocità a partire dalle arterie a carreggiata ridotta.

Insomma, proclamare “ Milano città 30” tout court, seguendo il modello di Bologna o altre città europee, sarà ostico.

Intanto, però, il grido delle associazioni che lottano per una mobilità sostenibile, riunite sotto il cartello “ Città delle persone”, si è di nuovo alzato.

Questa volta per ricordare la morte dell’ultimo ciclista investito, Ivano Calzighetti, travolto alle due di notte da un’automobile. Sul luogo dell’incidente, tra viale Umbria e via Pistrucci, alle 19 si sono ritrovate circa 300-400 persone. “Basta morti in strada”, lo slogan che ormai accompagna tutte le manifestazioni che da un anno si ripetono ciclicamente.

A settembre, un solo presidio aveva raccolto oltre duemila persone per protestare e chiedere più sicurezza in strada. La richiesta di ieri era quasi univoca: «Milano diventi città a 30 adesso ».

Snocciolano i numeri degli incidenti mortali che hanno coinvolto ciclisti: Ivano è il primo del 2024, ma il sesto da gennaio 2023. «Ma se si calcolano anche i pedoni il numero sale pericolosamente a venti » , ricordano al microfono i manifestanti. Caschetti in testa, biciclette tenute saldamente al manubrio e cartelli con il limite dei 30 chilometri stampato a caratteri cubitali. Appelli al sindaco e alla giunta.

Fonte: Repubblica Milano