Per avere un’idea di come saranno le nuove velostazioni basta dare un’occhiata a San Giuliano Milanese, dove a settembre del 2023 è stato inaugurato un Weelohub. Una struttura di vetro e acciaio con 80 posti per le due ruote, che offre al ciclista urbano anche una serie di servizi: videosorveglianza, controllo degli accessi, illuminazione notturna, ricarica per le e-bike, kit di gonfiaggio ruote e attrezzi per le piccole riparazioni. I prezzi variano da 1 euro per il parcheggio giornaliero a 90 euro per l’abbonamento annuale.

Le stazioni per biciclette di Milano saranno simili. Ancora da definire i costi, mentre è già chiara la mappa. Saranno collocate in prossimità di snodi della mobilità: stazione Centrale, Molino Dorino, Romolo, Bisceglie, Bignami, Maciachini. È previsto anche un formato «ridotto» che permette di mettere in sicurezza otto bici.

Le velostazioni potrebbero però essere la base per un ulteriore progetto che mira a ridurre l’invasione di furgoni per le consegne. Marcello Segato, socio e direttore tecnico della società Bicincittà, racconta l’idea. «Ogni giorno vediamo quanti veicoli commerciali circolano per la città. Spesso sui marciapiedi, in doppia fila o sulle strisce pedonali». Colpa dei negozi e dei ristoranti che devono essere riforniti, ma soprattutto dell’e-commerce,come dimostra uno studio del 2023 di Amat, l’Agenzia mobilità ambiente territorio. «Le consegne destinate agli esercizi commerciali rappresentano il 94% del volume complessivo delle merci — continua Segato —, ma solo il 13% degli spostamenti. Di contro, quelle al consumatore finale costituiscono il 6% dei volumi di pacchi ma l’87% dei viaggi».

Come fare per riportare ordine in strada senza bloccare gli acquisti online? «Usare cargo-bike per le consegne dell’ultimo miglio». Grazie al programma C40, Amat e il Comune hanno già fatto una sperimentazione a fine 2022. I risultati: i fattorini sulle due ruote hanno consegnato pacchi sotto i 5 chili il 23% più velocemente dei furgoni, con il 40% in meno dei costi e il 90% in meno di emissioni inquinanti.

Per Segato «il modello si potrebbe riprodurre suddividendo la città in spicchi, ciascuno servito da un hub. I veicoli potrebbero portare i pacchi nei centri di smistamento entro le 8 di mattina e da lì i ciclofattorini le recapiterebbero a domicilio». Il dialogo con Amat e le società di consegna è in corso.

fonte: Corriere.it