Il sogno della promenade di Milano è in dirittura d’arrivo. In primavera la storia infinita della ciclabile di corso Sempione avrà fine. Un ultimo (si spera) cronoprogramma per il viale monumentale. Da stradone trafficato a corso a misura di pedoni e ciclisti che, tra filari di alberi, panchine e fontanelle, dall’Arco della Pace porta fino a piazza Firenze. È prevista per fine marzo la conclusione dei lavori, ma è stato chiesto alle ditte appaltatrici di aprire, nel frattempo, le porzioni già terminate.

La vicenda, da principio, è stata segnata da annunci, rinvii e ricorsi. Da ultimo, anche l’aumento dei prezzi e le complicazioni per il reperimento dei materiali.

Il progetto era stato affidato a Mm il 5 aprile 2018 per quattro milioni di euro, ma della riqualificazione se ne parlava già da anni. L’iter per l’approvazione, infatti, è partito nel 2015, quando si delineò il piano per regalare a Milano una passeggiata monumentale, guardando agli esempi europei, gli Champs-Elysées di Parigi o alla Rambla di Barcellona. Per dimensioni, corso Sempione ha poco da invidiare alle gemelle d’Oltralpe: due chilometri di lunghezza e 90 metri di larghezza.

Dopo una serie di false partenze. Ad aprile 2023 l’impresa che ha vinto l’appalto ha anche incrementato la presenza di operai nel cantiere per riuscire a portare a termine i lavori nel più breve tempo possibile. Ed ora lo sprint finale.

Ma come sarà il nuovo corso Sempione? Le piste ciclabili saranno due monodirezionali, affiancate da percorsi pedonali riservati, spazi verdi con aree per la sosta e il ristoro di pedoni e ciclisti. Panchine, fontanelle e zone d’ombra. Non ci sarà più la sosta irregolare e caotica sul parterre alberato, ma nuovi parcheggi regolari posizionati su una porzione di carreggiata. Una riqualificazione anche per gli attraversamenti pedonali e le banchine dei tram. Il doppio filare storico di platani integrato da nuovo verde: altri 328 alberi, di cui altri 48 platani e piante ornamentali come peri, ibischi e ciliegi a cui si aggiungono quasi duemila piante di rose.

fonte: Repubblica Milano