Per le polveri sottili e sottilissime (Pm10 e Pm2,5) «le concentrazioni sono piuttosto uniformi in città (la stazione di misurazione di Milano viale Marche ha valori del tutto confrontabili con la medie delle stazioni della città) e superiori di circa il 10 per cento rispetto alla media del territorio dell’agglomerato» (un’area sensibilmente più ampia della provincia).
A partire da dati di rilevamento come questo, il documento che l’Arpa ha presentato durante la Commissione congiunta welfare, salute, mobilità e ambiente del Comune contiene anche una conclusione più generale: «La riduzione delle emissioni locali riduce significativamente le concentrazioni degli inquinanti primari e contribuisce alla riduzione dei picchi del particolato. Per ridurre le concentrazioni degli inquinanti secondari (ozono, in parte significativa, particolato) è necessario agire anche su precursori a scala di bacino».
Semplificando: lo smog si muove nell’aria, anche su grandi distanze, influenzato dal tipo di inquinante e dalle condizioni atmosferiche, per la salute delle persone è però possibile e necessario anche lavorare sulle fonti locali. In particolare per ridurre i picchi di veleni nell’aria, che hanno effetti diretti in particolare sulla salute delle persone più fragili.