Ieri mattina nei 16 chilometri dal Castello al Castello, passando per la vecchia Fiera, viale Monteceneri, piazzale Loreto, corso Buenos Aires, piazza Repubblica, Porta Nuova e Parco Sempione, Mille Mila Bici si è rivelata per quel che doveva essere: una pedalata collettiva per chiedere in modo morbido, ma chiaro e deciso, sicurezza per i ciclisti e in generale per la viabilità milanese.
«Eravamo circa duemila, quindi il doppio delle Mille Mila con cui avevamo intitolato l’iniziativa » , sorride Barbara Meggetto, presidentessa lombarda di Legambiente, che l’ha promossa con altre associazioni «con le quali collaboriamo benissimo su questi temi, forse i tempi della competizione tra di noi sono passati » . Quel che dovrà passare, e in fretta, è questo 2023, che al momento conta sette vittime tra i ciclisti, «senza contare i sinistri che coinvolgono i pedoni, come quello di sabato notte. Poi, per carità, ogni evento ha una propria dinamica, ci sono anche casi in cui le colpe sono di chi era sul sellino, ma sono rari».
Conseguenza di tutto questo, labicicletta — in una città teoricamente perfetta, in quanto piatta — è usata molto meno del possibile. « Anche ieri — prosegue Meggetto — tanti sono venuti a dirci di preferire lasciarla nella rastrelliera e spostarsi in altro modo. Una situazione che deve cambiare». Messaggio rivolto al Comune, che in teoria al tema dovrebbe essere assai sensibile. « E siamo sicuri che lo sia. Purtroppo quando l’attenzione verso un problema aumenta, si chiedono risposte veloci, se non immediate. E sappiamo benissimo che per fare liberare le strade milanesi dal dominio dell’auto servetempo. Ma qualcosa si può fare rapidamente. Ad esempio il limite dei 30 all’ora in città, che in tanti punti sarebbe una semplice ratifica dello stato di fatto, dato che vorrei contare i punti di Milano dove si possono veramente toccare i 50 permessi dal Codice della strada. Sarebbe anche un segnale forte di impegno per diminuire le auto per le strade e quindi aumentare la sicurezza. Perché così sarebbe anche meno rischioso usare le piste ciclabili».
In generale la richiesta dei duemila pedalatori di ieri ( e, viene da pensare, non solo loro) è semplice: «Liberare gli spazi della città, rendendola più facile da girare con mezzi alternativi alle auto, non solo le biciclette, ma anche i trasporti pubblici. C’è tanto che si può fare, e continueremo a parlare col Comune perché lo si faccia».
fonte: Repubblica Milano