Il comune di Milano può obbligare i mezzi che circolano per le strade della città a dotarsi di sensori per l’angolo cieco. Lo ha deciso il Consiglio di Stato con una sentenza pubblicata nella giornata di lunedì 26 febbraio che ha ribaltato quella del Tar.

Il Consiglio di Stato ha ritenuto che il comune di Milano abbia la competenza a conformare la zona a traffico limitato attraverso l’imposizione di un divieto di circolazione limitato nel tempo, nello spazio e nel contenuto (quanto ai veicoli coinvolti e alle deroghe previste). Possono continuare a circolare senza limiti temporali e spaziali i mezzi pesanti dotati dei dispositivi di rilevamento della presenza di pedoni e ciclisti negli angoli morti, e degli adesivi che segnalano la presenza di questi ultimi.

Secondo i giudici, inoltre, non ci sarebbe nessuna interferenza col codice della strada. Con le sue delibere “il Comune di Milano – si legge nella sentenza di 40 pagine del Consiglio di Stato – ha limitato la circolazione in una zona della città imponendo un divieto di circolazione circoscritto ad alcuni veicoli e ad alcuni giorni della settimana e orari e prevedendo al contempo alcune deroghe a detto divieto. Così facendo il Comune di Milano ha esercitato il potere conferito ai Comuni dal decreto legislativo 285 del 1992”.

I camion, dunque, dovranno avere i sensori per l’angolo cieco. Per il momento le tempistiche non sono state rese note, ma da palazzo Marino fanno sapere che ci saranno delle settimane cuscinetto per mettersi in regola.

“Torna tutto come prima perché non è stato cambiato nulla del dispositivo, ovviamente daremo il tempo di adattamento – ha commentato a margine del Consiglio comunale l’assessora alla mobilità Arianna Censi -. Considereremo un tempo più lungo in ragione di questa sospensione. Daremo il tempo di attuare le prescrizioni. Sono molto contenta perché penso che sia una scelta di buonsenso e aiuterà a migliorare la sicurezza in città. E forse rappresenterà anche un esempio per il resto dell’Italia”.

Il provvedimento, scattato il 1° ottobre 2023, era stato impugnato da Assotir che si era rivolta al tribunale amministrativo regionale della Lombardia (Tar). Proprio il Tar, a novembre 2023, aveva approvato il ricorso, sospendendo il provvedimento. Palazzo Marino aveva subito annunciato battaglia facendo capire che si sarebbe rivolta al consiglio di Stato. Lunedì 26 febbraio è arrivata la decisione definitiva.
fonte: Milano today