Palazzo Marino ha cancellato l’autorizzazione a due dei tre vincitori dell’ultimo bando sullo sharing. Ora si scorrerà la graduatoria, ma prima di avere il servizio al completo bisognerà aspettare un po’. I milanesi, dunque, per il momento dovranno accontentarsi di duemila mezzi in giro, quattromila in meno rispetto al tetto indicato nella gara.
Lo stop alla licenza è arrivato perché gli operatori non hanno rispettato gli impegni assunti quando hanno presentato il progetto sulla flotta: per vincere il bando con un punteggio alto, infatti, erano state proposte ruote grandi e casco in dotazione. Ma le verifiche messe a punto da Amat con i test in strada hanno mostrato come questi due “plus” in realtà siano stati disattesi. O comunque siano stati rispettati solo in minima parte.
Le due società escluse sono Bolt Support Services It e Voi Technology Italia, arrivate al primo posto a pari merito. In circolazione oggi, quindi, ci sono solo i monopattini dell’operatore Em Transit ( Dott). L’autorizzazione, a bando chiuso, doveva essere attiva dal 16 dicembre 2023 fino a dicembre del 2026.
Considerate le difficoltà a reperire i materiali per aggiornare la flotta di monopattini, dovuta anche alle difficoltà di commercio internazionale, il Comune aveva anche concesso una proroga, dando tempo fino al termine del mese di febbraio per adeguare i mezzi. Nonostante ciò, alla scadenza di quel termine, nessuna delle due società ha adempiuto gli obblighi contrattuali. Da qui, lo stop alla licenza.
Il Comune ha appena comunicato agli altri operatori che avevano partecipato al bando lo scorrimento della graduatoria: ora andranno fatte le dovute verifiche sugli altri progetti in gara per capire se siano idonei. In lizza ci sono Vento Mobility, Lime Technology, Bird Rides Italy. I tempi non saranno brevissimi perché gli operatori esclusi hanno tempo due mesi per fare ricorso.
Qualche problema anche con le bici ( il bando comprendeva anche le due ruote free floating per un totale di 16 mila mezzi, duemila a operatore): dei sei operatori che si sono presentati (su un tetto massimo di otto previsti), solo cinque sono stati ritenuti idonei dal Comune. Uno di questi, Tier, ha rinunciato volontariamente.
Risultato: in giro per Milano ci sono solo i mezzi di quattro società, cioè 8 mila biciclette, la meta di quelle free floating previste. Un conteggio a parte va fatto per il BikeMi che ha circa 5.400 biciclette. Agli operatori autorizzati è stata chiesta la disponibilità a incrementare ciascuna flotta di 400 mezzi. Per arrivare all’obiettivo di 16 mila bici a flusso libero in sharing, il Comune deve per forza indire un nuovo bando, ma i tempi non sono ancora chiari.
fonte: Repubblica Milano