Amat (Agenzia mobilità ambiente e territorio, società del Comune) ha passato ai raggi X la città, puntando i sensori su tutto ciò che riguarda il trasporto, privato e pubblico.

Partiamo dal tasso di motorizzazione, il rapporto cioè fra il numero totale di veicoli circolanti e la popolazione: a Milano c’è un veicolo circa ogni due abitanti, precisamente 490 ogni mille persone. Il numero diminuisce ogni anno ( nei primi anni Duemila si era oltre quota 600) a differenza del resto d’Italia dove si cresce sempre di più, fino ad arrivare alle 672 auto ogni mille abitanti di oggi. Le macchine immatricolate in città sono 678.839 e di queste il 36 per cento è un euro 6, con un aumento del 10 per cento rispetto al 2020.

Ci si aspetterebbe una riduzione del traffico, ma non è così. Perché l’indice di congestione, calcolato sullo scarto tra i tempi di percorrenza di un determinato tratto di città in orario diurno ( fascia oraria compresa tra le 6 e le 23) rispetto al notturno, cresce. Di poco, il 2 per cento tra il 2021 e il 2022, ma cresce. Ed è il mese di novembre quello più intasato con una soglia massima del 57 per cento.

Ma in questa Milano ancora così trafficata, c’è una buona notizia, anche se il dato è fermo al 2021: il tasso di mortalità ogni centomila abitanti è del 2,3 per cento contro il 4,8 a livello nazionale.

Ed è proprio sia per decongestionare il traffico sia per diminuire gli incidenti più gravi che negli ultimi anni si è lavorato sui limiti di velocità e su un aumento degli spazi riservati a una mobilità diversa da quella delle auto. Un esempio: le Ztl sono aumentate del 16,3 per cento dal 2018 al 2022, passando da 126 mila metri quadrati a 142 mila.

Sempre negli stessi cinque anni c’è stato un exploit delle aree pedonali ( più 18,3 per cento) con oltre 77 mila metri quadrati realizzati negli ultimi due anni.

Poi ci sono le Zone 30, stanno aumentando sensibilmente: più 133,8 per cento di Zone 30 nel quinquennio.

Sta cambiando anche il sistema della sosta, per il quale quella a pagamento si avvicina sempre di più a quella libera: siamo, infatti, al 37 per cento di posteggi in strada con tariffa contro il 39,3 per cento liberi. E poi: 18,3 per cento di sosta riservata ai residenti, l’ 1,8 per cento ai disabili, l’ 1,5 allo scarico merci, il 2 a vari autorizzati come i tassisti. Restano, però, poco utilizzati i grandi parcheggi di interscambio con un tasso di occupazione che non riesce a tornare ai livelli pre – Covid. Dato che fa il paio con il minor utilizzo dei mezzi pubblici che resta a un meno 20 per cento.

Il report

fonte: Repubblica Milano