Nel 2023 sono state 46 le vittime di incidenti stradali a Milano. Il numero potrebbe essere più alto, perché purtroppo alcune persone restano ricoverate per mesi in ospedale in gravissime condizioni, e alla fine non sopravvivono. I feriti assistiti in prognosi riservata sono stati 78.
Le statistiche mostrano che sul lungo periodo (a partire dal 2012) gli incidenti totali sono diminuiti, e nel 2023 sono stati 10.580, un numero analogo a quello del 2022 e più basso rispetto agli oltre 12 mila del periodo pre-pandemia. Il dato dei decessi indica però la tendenza in aumento.

I 46 deceduti del 2023 sono più dei 44 del 2022 e i 32 del 2021, ma sono anche molti di più rispetto ai 33 del 2019. Dal 2013 a oggi, le vittime della strada non sono mai state più di 50 in un anno, considerando anche le 42 del 2014 e le 33 del 2013

«Esiste un rapporto diretto tra quantità di auto in circolazione e incidenti, bisogna prenderne atto e agire di conseguenza», riflette Enrico Fedrighini, consigliere comunale del gruppo misto che da anni si occupa di ambiente e sicurezza stradale. «Avremmo due grandi leve per ridurre il numero delle auto in circolazione, Area B e Area C. Oggi però hanno costi sociali elevati e un’efficacia inadeguata rispetto all’obiettivo primario di ridurre il traffico. Chiunque può verificare le condizioni delle grandi vie di accesso a Milano, già sature alle 7 del mattino, prima che si “accendano” le telecamere di Area B».

Un aspetto della circolazione sempre più critico riguarda pedoni e ciclisti. Nel 2023, i feriti in incidenti stradali mentre erano in bicicletta sono stati 1.140, poco più di 3 al giorno. Esclusi il 2021 e il 2022 (oltre 1.250 feriti) si tratta del dato peggiore dal 2014 in poi. Nello stesso decennio, i feriti che si trovavano in auto sono stati circa 2 mila in meno (7.300 nel 2023). «Veniamo da anni di campagne per l’abbandono dell’auto — continua il consigliere — e questo cambio di abitudini andrebbe sostenuto, rispettato e incentivato. Per farlo, c’è un’unica strada: ridurre la congestione e liberare spazio urbano, che significa ridurre gli incidenti e liberare corsie riservate per i mezzi pubblici, che avranno più efficienza, con una serie di effetti a catena. I milanesi sono sensibili alla mobilità alternativa, però bisogna creare lo spazio perché possano farlo in sicurezza e con servizi efficienti».

«Mobilità alternativa» vuol dire anche monopattino, un mezzo che è stato molto sostenuto dalle aziende e da parti della politica, anche se ha creato controversie, in particolare sulla sicurezza. Gli incidenti con feriti in monopattino sono stati 590 nel 2023: poco di più dei 561 del 2022 e poco meno dei 596 del 2021.

Sulla sicurezza di chi cammina in strada il Comune ha fatto una dettagliata analisi, si legge nel documento: «Per quanto riguarda i pedoni feriti, il picco di incidenti con lesioni si concentra durante le ore di picco del traffico. Questo dato può quindi essere messo in relazione in via prioritaria con il numero di veicoli circolanti e con la relativa congestione della rete stradale (cui si sommano quindi la minore visibilità degli atri veicoli, dei pedoni, della segnaletica e un generale un incremento delle manovre/traiettorie irregolari)».

Gli incidenti più gravi per i pedoni si verificano però a ridosso degli orari di punta (o di notte): il picco di incidenti mortali che hanno coinvolto pedoni «si concentra in modo differente, con uno slittamento rispetto all’ora di punta del traffico, tra le 10 e le 11 al mattino, e anticipato alle 17 nel pomeriggio». Spiegazione: con molto traffico, appena le strade sono un po’ più libere le auto aumentano di velocità e gli incidenti sono più pericolosi.

fonte: COrriere.it