Non si ferma la scia di morti causate da incidenti in bicicletta a Milano. Questa mattina, 29 agosto, una donna di 28 anni è deceduta dopo essere stata colpita da un camion in viale Caldara, a pochi passi da Porta Romana. Nei primi otto mesi del 2023 sono 5 le vittime in bici in città. Ed è allarme sicurezza per chi si sposta con questo mezzo di trasporto.

L’Assessora alla Mobilità del Comune, Arianna Censi, sui social scrive:

Le tragedie di questi giorni, ma anche quelle degli scorsi mesi, ci colpiscono molto e profondamente.

Come ha detto il Sindaco Sala la nostra preoccupazione è trovare il modo corretto per mettere in sicurezza i ciclisti, i pedoni, e gli altri utenti della strada.
Non si tratta semplicemente di dichiarare la città a 30 km/h – cosa che peraltro stiamo facendo e che ha un’importanza determinante nel ridisegno della mobilità per garantire maggiore sicurezza – sia perché gli incidenti tragici che hanno coinvolto i ciclisti sono avvenuti in prossimità di incroci con mezzi in partenza dal semaforo, sia perché chi infrange il codice della strada superando la velocità massima consentita purtroppo non si cura del limite a 50 o 30 km/h.

È un tema molto più complesso, principalmente di cultura civica e di rispetto degli altri.

La delibera sull’obbligo di installare i sensori per l’angolo cieco è stata il risultato di un grandissimo e silenzioso lavoro di confronto con i rappresentanti delle categorie, per permetterci di introdurre una regola importantissima per la mobilità milanese, ma che rappresenta un unicum assoluto in Italia, perchè non ancora contemplata dal codice della strada.
Possiamo farlo grazie ad area B e ad un attento confronto con tutti gli attori coinvolti.

Ci sono cose che possiamo fare come Comune e altre per le quali abbiamo necessariamente bisogno della comprensione e del sostegno delle istituzioni superiori, ma anche e soprattutto dei cittadini e delle cittadine, che giustamente chiedono attenzione.

Milano è una città che vuole fare della ciclabilità un suo punto di forza e non possiamo permettere che le persone abbiano timore, o che qualcuno strumentalizzi politicamente questo tema per impedirci di costruire una città migliore.

Ribadiamo il nostro massimo impegno per risolvere questo problema, ma chiediamo anche il sostegno costruttivo di tutte e tutti perchè non avvenga più nessuna tragedia.

Marco Mazzei, il consigliere comunale che a gennaio aveva proposto la mozione per la città 30 km/h scrive sui social:

In attesa dei sensori dovremo pensare di impedire la circolazione a certi mezzi di giorno in città. Non vedo altre soluzioni nell’immediato. E oltre ai sensori per l’angolo cieco obbligare a installare un limitatore di velocità. Lo dico cercando un minimo di lucidità in mezzo a tanto dolore, questa ragazza oggi, una persona anziana ieri.

Abbiamo il diritto di attraversare “lontano dalle strisce” una strada nel cuore della città e abbiamo il diritto di andare in bicicletta in Porta Romana – abbiamo il diritto e lo dobbiamo garantire a tutte e tutti. E, come sempre, ce la faremo insieme o non ce la faremo. Non ho mai voluto in questi mesi gettare la croce addosso ai guidatori di camion, ci mancherebbe, però per il momento l’unica voce che ho sentito dalla categoria è quella che chiede all’amministrazione di ritirare il provvedimento sull’angolo cieco. Ecco, a fronte della strage di questi mesi penso che un’assunzione di responsabilità da parte di chi guida e fa guidare camion e mezzi di queste dimensioni sia indispensabile. Chiudetevi tutti in una stanza e non uscite fino a quando non sarete sicuri che chiunque guidi un camion in città non superi i 20 km/h, che trenta sono fin troppi. Fino a quando non sarete sicuri che tutti usino il doppio, il triplo, il quadruplo della prudenza e dell’attenzione. Che non siano mai costretti a guidare un mezzo di questo genere spinti dalla fretta di una scadenza. Che non ci siano responsabilità diluite tra 200 cooperative.

Detto questo penso che dovremo anche dichiarare uno stato di emergenza stradale e coinvolgere tutti, ma proprio tutti, in un lavoro collettivo per uscire da questo tunnel.

e ancora, dopo un confronto con il Sindaco:

In questi giorni, in queste ore, per me è estremamente difficile parlare. Mi chiedono commenti, ma che cosa posso commentare? Anch’io, come tutte le persone che vanno in bicicletta o a piedi in città, sono spaventato. Sono spaventato e sconvolto. Penso a quando ricomincerà la scuola e ci saranno le prime masse marmocchi. Poi penso a un’altra ragazza giovanissima, tutta la vita davanti, e a una persona anziana, tutta una vita da condividere: due morti a poche ore di distanza in centro a Milano, un dolore che non riesce a tramutarsi in parole di senso.
E tuttavia quando ho scelto di candidarmi per provare a dare un contributo nelle istituzioni sapevo che mi sarei potuto trovare in una condizione di questo genere, certo non mi immaginavo così drammatica, ma sapevo che poi le responsabilità avrebbero imposto di trovare la lucidità, un filo, un percorso anche quando tutto diventa impossibile.
È quello che sto facendo in queste ore.

Questa mattina ho parlato a lungo con il sindaco e alla fine del confronto abbiamo concordato di affrontare la questione “bici” in modo più organico, partendo dal tema dell’urgenza, quello della sicurezza di chi si muove a bici e a piedi in città, per arrivare però poi al tema della prospettiva, della trasformazione della città per essere più ciclabile, da ogni punto di vista. Proprio perché non è solo una questione di ciclabili, costituiremo un gruppo di lavoro multidisciplinare che si occupi di un vero piano per la ciclabilità. Un piano di indirizzo, che serve, ma anche un piano di azioni concrete, misurabili.
Un gruppo di lavoro che guardi alle migliori esperienze internazionali, mettendo pienamente la bici dentro un quadro organico della mobilità, e che affianchi in modo utile il lavoro tecnico dell’amministrazione.

La costituzione e l’avvio di questo gruppo strategico e operativo saranno l’impegno dei prossimi giorni, per me anche un modo per affrontare la paura e il dolore di queste ore. Vi tengo aggiornati.