Nove grandi hub per la distribuzione delle merci da creare nelle zone più adatte, con l’obiettivo di rendere la rete della logistica attorno a Milano più efficiente nel rispetto dell’ambiente.

È questo il cuore del Piano urbano della logistica sostenibile, un documento di indirizzo strategico che va al vaglio dei 133 sindaci della Città metropolitana e del Consiglio metropolitano per essere definitivamente approvato.

Un progetto articolato che vuole mettere ordine nel presente e programmare il futuro: il proliferare di capannoni per lo stoccaggio delle merci e i flussi di traffico connessi necessitano di un’organizzazione migliore. Che dica dove metterli, come progettarli e realizzarli e quali infrastrutture e mezzi di trasporto potenziare affinché quel via vai incessante di camion e furgoncini che assedia Milano e le realtà attorno non finisca per cementificare le campagne, peggiorare la qualità dell’aria e intasare le strade.

Ad oggi sono circa una quindicina i Comuni che ospitano i poli logistici più grandi e impattanti: oltre a Milano si va da Abbiategrasso a Carugate, da Corsico a Rho, da San Giuliano a Segrate. Si tratta dei capannoni di Brt, Amazon, Ikea, Ups, Gls, Dhl. Sono solo alcuni dei giganti che stanno invadendo la grande Milano. E poiché le richieste che giacciono sui tavoli dei sindaci per farne di nuovi sono tante, come spiega il vice sindaco della Città metropolitana Francesco Vassallo, si è deciso di individuare nove zone dove disegnare hub logistici intermodali e multi-cliente (Metro Hub) in aree lontane dei centri abitati e che abbiano ottimali condizioni di accessibilità.

Sono centri di raccolta e distribuzione delle merci dove avviene una sorta di scambio che, semplificando molto, è questo: si entra con mezzi più pesanti o raccogliendo quanto arriva sui vagoni dei treni dal resto della regione e dell’Italia, si esce con mezzi più leggeri, piccoli e sostenibili finoad arrivare alla logistica dell’ultimo miglio all’interno dei centri urbani. Le aree che, con i dovuti calcoli, sono state individuate, sono queste: Milano, Legnano, Magenta, Abbiategrasso, Rho – Arese – Pero, Corsico – Buccinasco – Trezzano – Assago – Rozzano – Cesano Boscone, Sesto – Cinisello – Paderno Dugnano – Cormano – Bresso, Cologno – Cernusco – Vimodrone Segrate, Melegnano – San Donato – Peschiera – San Giuliano.

L’idea è quella di concentrare i nuovi capannoni per evitare la dispersione logistica, promuovendo contemporaneamente l’utilizzo di veicoli sostenibili e di tecnologie avanzate, nonché una programmazione delle consegne in intervalli orari ben definiti. Non è un insieme di norme (le regole su costruzione e consumo di suolo sono contenute nei Piani di governo del territorio dei singoli Comuni, che a loro volta fanno capo al Piano territoriale metropolitano), ma un piano di indirizzo.

Fonte: Repubblica Milano