Dopo tre anni, a un paio di isolati da Loreto, le rastrelliere delle biciclette non hanno segni di ruggine, sui vasi delle piante non ci sono graffiti o sticker e i tavoli da ping pong sembrano nuovi. Lì. Perché nelle altre piazze colorate, cosiddette tattiche o aperte, in cui da progetto la vernice sarebbe dovuta rimanere e non essere sostituta da pavimentazioni varie, in realtà il tempo, la pioggia e l’incuria le hanno spente. Sbiadite, sfumate. In alcuni casi perfino scomparse: colori fantasmi.
Scendendo verso sud, al Corvetto, in piazzale Ferrara, dove il martedì mattina c’è il mercato settimanale, i rettangoli blu che dovrebbero distinguere la ciclabile sembrano un ricordo. Soprattutto dal lato di via dei Panigarola. «Forse è colpa della pulizia una volta tolte le bancarelle», prova a spiegare un’anziana seduta su una panchina di legno scortecciata. Sorte simile in piazza Minniti. Siamo all’Isola. Qui il mercato è il sabato mattina. Ma ancora una volta il rosa, il verde e il giallo sono pallidi. Si intravedono.
In piazza Spoleto, a Nolo, resistono sull’asfalto il blu e il giallo a forma di balena. Era stato il primo intervento di fronte a una scuola (la primaria Tommaso Ciresola), nel 2019. Uno dei pilastri di questo progetto avviato sei anni fa dal Comune e sviluppato dall’Agenzia mobilità ambiente territorio (Amat). Tradotto: costruire ambienti cittadini a misura d’uomo e di giovani studenti. Le piazze aperte per le scuole hanno raccolto 87 proposte, di cui 36 suddivise equamente tra i Municipi 2, 3 e 9: quelli più residenziali.
Ma all’incrocio con via Venini, il problema denunciato dai residenti non è tanto la manutenzione, quanto l’organizzazione degli spazi.
Le piazze tattiche realizzate a Milano dal 2018 sono 43, dopo l’ultimo intervento di una settimana fa davanti alle scuole dell’Istituto Trilussa, in via Graf, a Quarto Oggiaro. Da Dergano fino alla «solitaria» Porta Genova: più di 28 mila metri quadrati. Che sono stati convertiti da parcheggi in ciclabili, da rotonde e incroci in panchine e piccoli cortili.
Una depavimentazione economica e rapida con l’obiettivo di ridurre l’impatto delle acque piovane e di mitigare il fenomeno delle isole di calore. La rivoluzione urbanistica inizia con una fase sperimentale. Solo dopo un lungo studio degli effetti, il Comune analizza la fattibilità di rendere la trasformazione permanente. La cura di queste aree spetta a Mm con la collaborazione di cittadini volontari, come «Wau» (We are urban). Tra i prossimi progetti di urbanizzazione in fase di valutazione, c’è quello di piazza Bruzzano.
Una filosofia urbana che unisce Milano e New York, culla di queste sperimentazioni. Tanto che delle piazze tattiche pensate da Palazzo Marino s’era occupata anche la celebre rivista americana Forbes. Nel 2022, era comparso un articolo dal titolo: «Il miracolo di Milano, ridurre l’uso delle auto con vernice e ping pong». La bontà dell’idea, in realtà, non è in discussione tra i residenti. Che, tra l’altro, le avevano volute.
Il dibattito ruota attorno alla realizzazione e al mantenimento di queste piazze tattiche. I colori come segnali, come recinti che però mancano. Se piazza Minniti è scolorita, il vero nodo è che «così come è stata fatta si tratta di un progetto a metà», denunciano da dietro il bancone di un bar che s’affaccia sull’adiacente via Borsieri. «Doveva servire per togliere parcheggi pedonalizzando la zona, ma qui la notte è il regno della sosta selvaggia». Non ci sono cordoli che impediscano la salita delle auto. E ormai nemmeno più colori, sui quali saltellare.
fonte: Corriere.it