Pezzo per pezzo il tragitto è stato ricucito. L’estate scorsa via Corelli veniva liberata dagli ultimi cantieri e finiva l’attesa per chi pregustava la possibilità di raggiungere l’Idroscalo in bici. In un anno sono cadute pure le transenne dalle sistemazioni superficiali della M4. Argonne, Susa, Dateo, Tricolore, legate in profondità dal metrò e unite in superficie da un lungo percorso ciclabile rosso. E ora, pure l’ultimo tassello è andato al suo posto: la pista in corso Monforte, realizzata a settembre, ha consacrato la rivoluzione per chi pedala. Da San Babila oggi si arriva all’Idroscalo in bicicletta in un percorso totalmente protetto e, viceversa, dal “mare dei milanesi” si raggiunge il centro città sulle due ruote.

È trafficato l’inizio del percorso. L’orologio segna come orario di partenza l’una e mezza. Piazza San Babila alle spalle, si inforca un corso Monforte più stretto per le automobili che si incolonnano al semaforo, ma ben più sicuro per i ciclisti: una pista da ambo i lati ha fagocitato la carreggiata e ha regalato un po’ di respiro a chi pedala. L’asfalto lucido, il bianco dei cordoli larghi cinquanta centimetri e l’odore del colore ancora fresco.

L’unico intralcio è qualche pedone che si appropria dello spazio riservato alle biciclette: un colpetto di campanello per avvisare, la persona appiedata balza sul marciapiede e si prosegue dritto. Quando la strada si restringe, tocca scivolare sul lato opposto e percorrere un breve tratto in contromano, ma rigorosamente protetto. Va rifinito l’ultimo pezzo, cosa che avverrà nelle prossime settimane. Le strisce segnano anche l’attraversamento ciclabile quando tocca svoltare leggermente a sinistra per proseguire verso Tricolore. Qui comincia il percorso legato al metrò blu. La pista passa in mezzo alla piazza. Il pavimento grigio e la ciclabile colorata di bianco. La segnaletica non inganna e conduce dritto al percorso rosso. Un tratto è chiuso dal cantiere delle sistemazioni superficiali della metropolitana.

I lavori per rifinire la piazza sono ancora in corso allo slargo che porta in piazza Indipendenza. Si pedala per un chilometro sulla ciclabile separata nettamente dalla carreggiata. Le auto sfilano ai lati, lontane dal percorso delle biciclette. Qui, il pericolo di scontri tra vetture e ciclisti è praticamente azzerato. Gli alberi, le panchine, il calcestruzzo che non fa una piega: un ritaglio di città ciclabile che altrove è quasi impossibile trovare.

Ma è meglio non lasciarsi andare troppo e mantenere saldo il manubrio. All’incrocio con Dateo qualche grattacapo per chi pedala arriva. L’incrocio è trafficato, da una parte all’altra corrono le automobili. Si ripiomba di colpo in quella Milano che spaventa chi va in bicicletta. Meglio scendere dalle due ruote e attraversare a piedi sulle strisce, come prevede il codice della strada del resto. Sono solo pochi metri, poi il percorso riparte in sicurezza. Ancora la ciclabile rossa, segno distintivo dei parterre della M4. In piazzale Susa non si scende mai dal percorso in bici e in un batter d’occhio si arriva in Argonne. Il viale che oggi è diventato un grande parco. I giochi per i bambini, le aree fitness, i campi da basket e da calcetto. Il rumore della città quasi sbiadisce fino alla chiesa rossa di piazza Acquabella. Si svolta a sinistra: via Marescalchi, la salitina del cavalcavia Buccari, la discesa verso via Tucidide e via Corelli. Si passa di fianco alla ricicleria Amsa, si cambia lato della strada, ma tutto in sicurezza. Il tragitto è all’interno del marciapiedi largo. Il verde del Parco Forlanini, le automobili che passano alla spicciolata, ormai il centro città è lontano. Si prosegue lungo la Rivoltana e si arriva a costeggiare il luna park. Poi giù nel sottopassaggio della rotonda, tutto risistemato e illuminato, e si sbuca davanti all’ingresso dell’Idroscalo, non lontano dalle tribune. Chilometri percorsi: nove in circa trentacinque minuti pedalando senza fretta. Sono appena passate le due. Per i più allenati è possibile immaginare tempi ancora più ristretti. Ma in cantiere c’è un altro progetto: una passerella ciclopedonale, di sovrappasso sul fiume Lambro, collegherà l’est con l’ovest, l’Idroscalo a Forlanini e Linate. Insomma, presto o tardi, anche i ciclisti percorreranno l’intero tragitto della M4.

Fonte: Repubblica Milano