Dal 1° ottobre dello scorso anno, in risposta alla scia di incidenti mortali causati dal cosiddetto angolo cieco dei tir, le zone non visibili dagli specchietti retrovisori, il Comune ha imposto il divieto di accesso e circolazione in Area B ai mezzi pesanti sprovvisti di « sistemi avanzati capaci di rilevare la presenza di pedoni e ciclisti » , con deroghe previste solo per i proprietari in possesso di un contratto d’acquisto dei sensori con scadenza al 31 dicembre 2024.

L’obbligo, dunque, c’è già da un anno, ma per dare il tempo ai conducenti dei mezzi pesanti di adeguarsi, Palazzo Marino ha concesso un buon lasso di tempo prima di iniziare a multare i trasgressori. Lo slittamento di oltre un anno è dipeso anche dalla sentenza del Tar che aveva bocciato i divieti di circolazione per i camion sprovvisti di sensori. Poi è arrivata la sentenza del Consiglio di Stato, favorevole, invece, alla scelta di Palazzo Marino.

Dunque, il divieto di accesso in Area B senza apparecchiature è ripartito da quest’estate, ma in modo “ soft”. Le telecamere della Ztl, infatti, non hanno inflitto sanzioni. Ci sono state solo raccomandazioni e controlli. Ma ora arriva la stretta. Il Comune con una mail indirizzata alle associazioni dei camionisti, Ncc e autobus, ha infatti comunicato che dal 1° ottobre « sarà attivato, ai varchi di accesso all’Area B, il sistema di sanzionamento automatico nel caso di inosservanza alle disposizioni relative ai sistemi di rilevamento dell’angolo cieco».

Lo stesso giorno entrerà in vigore un’altra stretta. Finora l’obbligo riguardava solo i mezzi pesanti più ingombranti: gli autobus M3 con più di otto posti a sedere e massa massima superiore a 5 tonnellate e gli N3 per il trasporto di merci con una massa massima superiore a 12 tonnellate.

Ora il divieto di circolazione senza sensori sarà esteso anche ai veicoli più “ piccoli”, ovvero gli autobus M2, con più di otto posti a sedere, ma massa inferiore alle 5 tonnellate, e ai tir per le merci che pesano tra le 3,5 e le 12 tonnellate. La possibilità di deroga, anche in questo caso, sarà prevista non oltre il 31 dicembre 2025, per chi è in possesso del titolo di acquisto del mezzo.

Ma la vicenda potrebbe non concludersi qui. Sistema Trasporti, che rappresenta le imprese Ncc auto e bus, è pronta a fare ancora battaglia. A supporto delle tesi degli autotrasportatori a luglio è arrivato un parere da parte direzione generale per la Motorizzazione, sollecitata dalla stessa associazione. Secondo il ministero l’obbligo imposto da Palazzo Marino non sarebbe conforme alle normative in materia di omologazione. «L’installazione di un kit – recita il parere – non è attualmente consentita dalla normativa vigente in materia di omologazione dei veicoli néesiste una norma nazionale per consentire l’installazione di detti kit sui veicoli in circolazione». Questo perché «la norma europea che disciplina l’argomento prevede l’applicazione del Regolamento UN 151, con l’obbligo di un sistema di monitoraggio degli angoli ciechi per la commercializzazione e immatricolazione dei veicoli solo a partire dal 7 luglio 2024, senza contemplare alcuna prescrizione per i veicoli già circolanti in merito all’installazione di un sistema avanzato di rilevamento dell’angolo cieco, senza considerare i veicoli in fine serie».

Insomma, secondo il ministero i sensori sarebbero regolari solo sui nuovi camion, sui quali vengono già montati in partenza. Anche la sentenza del Consiglio di Stato aveva lasciato aperto il tema dell’omologazione dei kit.
Sistema Trasporti presenterà un’istanza in autotutela rivolta a Palazzo Marino, per poter poi di nuovo impugnare il provvedimento davanti al Tar, alla luce del parere arrivato dal ministero. Il rischio, dunque, è che possa arrivare un nuovo stop. «Questi dispositivi sarebbero “regolari” solo nel Comune di Milano, ma in altre città no, perché il ministero dice che non lo sono. Dunque si potrebbe circolare solo a Milano. È un paradosso » , spiega Francesco Artusa, presidente di Sistema Trasporti.

fonte: Repubblica