Secondo un articolo pubblicato dal quotidiano Il Giorno, la mobilità green di Lime piace a Roma e Milano. Nella capitale il numero di noleggi è aumentato del 42%. Ottomila mezzi ogni giorno attraversano Roma da punto a punto, con 6,2 milioni di viaggi nel 2023 a cui vanno sommati i numeri degli altri due operatori di mobilità sostenibile presenti in città.

Nel caso di Lime, in un anno i viaggi sono aumentati del 42,1% ma gli utenti, poco più di un milione, sono cresciuti soltanto del 6,5%. Dunque il vero dato è l’utilizzo.

Un aspetto cruciale per l’equilibrio economico dell’azienda è un mix tra smart economy e saggezza contadina: del monopattino o della bici come il maiale non si butta via niente. Recuperare, riciclare, rigenerare, dunque. «Possiamo farlo grazie anche a due tipologie di mezzi da noi concepite in senso totalmente componibile – dice un manager di Lime – così ogni mattina tra i duecento e i trecento mezzi apparentemente inservibili, arrivano in magazzino, vengono sottoposti a diagnostica tramite una semplice app, il pezzo incriminato viene estratto e sostituito e il mezzo in pochi minuti è di nuovo pronto a ripartire. E già che, pure, «Roma è una città particolare tra le tante che serviamo in tutto il mondo».

Traffico selvaggio, infrastrutture mancanti, mole di turisti e poi i sampietrini, che martoriano le sospensioni e sgonfiano gli pneumatici. Magari è proprio per questo che l’ormai ex unicorno americano, nato nel 2017 dall’idea di due studenti californiani, ha scelto Roma per sperimentare il proprio progetto di rigenerazione totale dei mezzi. Ovvero il punto finale della filosofia di Lime che da sempre si basa sul riciclo. La teoria, si diceva, è progettare i mezzi puntando alla massima sostituibilità dei singoli pezzi, da ottenere attraverso un «totale presidio della supply chain, che rende totale il controllo su ogni singolo componente» Nella pratica, invece funziona così: la bici o il monopattino arrivano in officina, l’operatore ne effettua la diagnostica, identifica la parte che non funziona, sostituisce il pezzo, un nuovo test e via, pronti a ripartire. Per il pezzo rotto la discarica è ancora un miraggio: l’operatore analizza il problema, cerca di risolverlo e spesso ci riesce. Questo porta ad un ciclo di vita di cinque anni: impensabile per un mezzo che passa ogni giorno da centinaia di mani differenti. «Ma puntiamo a raggiungere i sette anni. Unico limite è la sicurezza, Non rigeneriamo freni e pneumatici »

Nei centro di Roma, le strade strette e affollate rendono il monopattino più pratico. Sui viali periferici di Milano, dove si va veloce e il traffico è intenso, la bicicletta è più congeniale». Scelte che vengono poi indirizzate con la presenza dei mezzi. «Dove crediamo che l’esperienza di viaggio sia migliore in bici, saranno le bici ad essere disponibili in maggior numero, e viceversa». A richieste precise dei comuni che stipulano il bando sul servizio pubblico rispondono altre logiche: «Su Roma l’impegno preso è essere presenti a ogni uscita di metropolitana». Il resto lo decidono gli utenti.

«Si nota un naturale esodo quotidiano dei mezzi dal centro verso la periferia, è il free floating, che noi riequilibriamo riportando i mezzi alle fermate della metro o intervenendo in dieci minuti quando, a orario aperitivo, le strade di Trastevere si riempiono di mezzi.» Poi ci sono altri fattori. «I tragitti sempre uguali ci raccontano l’esperienza in bici dei ‘commuters’, ovvero i residenti che scelgono i nostri mezzi come parte del percorso casa-lavoro. Per loro sono pensati gli abbonamenti, mentre i turisti prediligono le corse singole. Dieci minuti la durata media di un viaggio in un monopattino, dodici quella in bici».

A Roma nel 2023 6,2 milioni di viaggi Lime hanno evitato 3,2 milioni di grammi di Co2. E a Milano, dove gli utenti Lime hanno già percorso fino ad ora oltre 10 milioni di chilometri, secondo le stime dell’azienda sono stati evitati 1,2 milioni di spostamenti in auto, e la congestione dei parcheggi si è ridotta dell’85%». Il traffico ringrazia.

fonte: Il Giorno