Legambiente, in vista dell’ultima seduta plenaria (22-25 aprile) del Parlamento europeo per l’approvazione finale sulla revisione della direttiva europea sulla qualità dell’aria, ha diffuso i dati sulla qualità dell’aria nei primi tre mesi dell’anno.

Da gennaio a marzo 2024 sono già 8 le città fuorilegge per le polveri sottili, avendo superato il limite previsto per il PM10 di 35 giorni in un anno solare con una media superiore a 50 microgrammi per metro cubo (µg/mc). Fra queste anche Padova (Arcella) 39.

I primi mesi dell’anno nuovo sono stati caratterizzati da picchi clamorosi di polveri sottili, con medie giornaliere ampiamente sopra i limiti normativi. A Venezia (Via Beccaria) sono state 12 le giornate con una concentrazione superiore ai 100 µg/mc, a Padova (Mandria) sono state 8.

Questi valori sono determinati da un insieme di fattori: sono le settimane più fredde dell’anno, con un maggiore utilizzo dei sistemi di riscaldamento; le condizioni  metereologiche poi non favoriscono la dispersione degli inquinanti, è bassa infatti la velocità media dei venti le precipitazioni sono poche. In Veneto, così come nella altre regioni del nord, nei mesi invernali le attività zootecniche, hanno un peso determinante nel far schizzare in alto i valori delle concentrazioni in aria di polveri sottili, a causa delle pratiche irresponsabili come lo spargimento incontrollato di liquami nei campi, che non prevedono l’immediato interramento, nonchè i numerosi abbruciamenti all’aperto (illegali) di residui agricoli. Il quadro dipinto dai dati ufficiali sulla qualità dell’aria del Veneto nei primi 90 giorni dell’anno è preoccupante e risulta ancor più drammatico se inserito nella cornice dei nuovi limiti previsti per il 2030.

«In occasione della Giornata della Terra – commenta il presidente regionale Legambiente Luigi Lazzaro – ci rivolgiamo in primis a tutti i cittadini perché con le loro scelte alimentari e di mobilità, possono contribuire veramente ad un’aria più pulita e sana. Ma è il ruolo delle Istituzioni a restare determinante e occorre accelerare con politiche urbane, regionali e nazionali più severe e integrate su temi come il traffico, l’agricoltura, il riscaldamento domestico e le industrie”.

“Per questo – aggiunge Lazzaro – oggi Legambiente torna a chiedere agli amministratori un impegno deciso e concreto per l’aumento del verde urbano (alberi e piante) per assorbire gli inquinanti e migliorare la qualità dell’aria; per realizzare più zone 30, più strade scolastiche, percorsi ciclabili e incentivi al trasporto pubblico nelle città per ridurre le emissioni di inquinanti; investimenti per migliorare l’efficienza energetica degli edifici e decisioni serie a supporto agricoltura circolare, per limitare gli allevamenti intensivi e migliorare la gestione e distribuzione dei liquami zootecnici»

fonte: Padova Oggi