Pochi autobus, conti in rosso per 6,2 milioni nell’ultimo anno, e una serie di servizi accessori, dal car sharing alla segnaletica stradale, che sono una zavorra per i bilanci e nemmeno funzionano. La buona notizia è che l’App per conoscere i tempi di attesa dei bus alle fermate, dopo la falsa partenza di quest’estate, adesso è attiva. Mentre le pensiline con gli orari alle fermate come accade in tutte le città europee attendono ancora di essere accese.
Il tutto in un’azienda con 1.300 dipendenti, 351 pensionamenti in vista nei prossimi cinque anni e un tasso di assenteismo del 17%. È la storia dell’Amat, la società partecipata del trasporto pubblico di Palermo, che soltanto negli ultimi mesi, con l’arrivo del nuovo presidente Giuseppe Mistretta lo scorso aprile, ha iniziato a invertire la rotta, con un recupero degli incassi grazie ai vigilantes a bordo e un programma che riesce a far circolare tutti i mezzi a disposizione, 200 ogni giorno, come non accadeva da anni. L’azienda sta lavorando al Piano industriale dei prossimi cinque anni che dovrebbe essere approvato nelle prossime settimane.
Pochi mezzi
La quinta città d’Italia ha circa 200 autobus per le strade. Torino, più popolosa ma meno estesa, ne conta 753, secondo i più recenti dati Istat: 88 autobus ogni 100mila abitanti, mentre a Palermo sono 33. AFirenze, per esempio, con la stessa proporzione ce ne sono 126, a Bologna 102. È già un record che nelle ultime settimana la flotta sia tutto in circolazione. Merito degli autisti, ma soprattutto della quarantina di meccanici in officina, tutti con contratto interinale, che tengono in piedi i mezzi con un fitto programma di manutenzione. Alla fine del prossimo anno, la flotta sarà rimodernata con l’arrivo di bus elettrici che nel tempo dovrebbero sostituire definitivamente quelli a metano.
Conti in rosso
Le previsioni del bilancio 2022 parlano chiaro con una perdita di oltre 6 milioni. Frutto di un lungo periodo di incassi troppo bassi dopo la pandemia, aumento dei costi delle materie prime e numero di autisti insufficiente prima delle recenti assunzioni. Ma a pesare sui conti dell’Amat sono anche una serie di servizi che non hanno nulla a che vedere con la mobilità su gomma. Dal car-bike sharing alla manutenzione della segnaletica stradale alla rimozione dei veicoli, in totale una perdita di circa 2 milioni l’anno. Tutti servizi che erodono il budget dell’Amat, ma non funzionano. Basta l’esempio del servizio di car sharing che da solo perde 1 milione l’anno, mentre nelle altre grandi città è affidato ai privati. Paradossalmente, a marzo scorso, l’azienda si è liberata della gestione della metà dei 15mila parcheggi a pagamento che, invece, fruttavano 400 mila euro l’anno.
Per questo, l’azienda, negli ultimi mesi, sta puntando a incrementare il più possibile gli incassi della vendita dei biglietti. Solo quest’estate 3 milioni in altrettanti mesi. Così se nel 2022, l’Amat, aveva incassato 6 milioni dai ticket, per l’anno in corso punta a raggiungere quota 10. Con l’era Mistretta si è chiuso anche lo storico contenzioso fra Amat e Comune sui 120 milioni di euro per la tassa dell’occupazione del suolo pubblico negli stalli con le strisce blu. Una transazione che ha salvato dal baratro l’azienda.
L’assenteismo del personale
In una azienda che registra una cronica carenza di autisti, da adesso ai prossimi cinque anni, sono previsti 351 pensionamenti in tutti i settori su 1300 dipendenti che dovranno essere rimpiazzate da 484 entrate. Secondo una ricognizione interna, l’anno scorso, il personale Amat ha maturato 367 mila ore di assenze fra ferie, malattie, permessi previsti dalla legge: 40 giorni l’anno a dipendente con un indice di assenteismo pari al 17 per cento. A Torino, nel 2023, il tasso era del 12,3%, a Roma nel 2022 era il 13,5%.
Anche su questo fronte, per provare a invertire la rotta, il nuovo presidente ha messo in campo il deterrente delle visite fiscali « costanti e continue » soprattutto nel fine settimana per arginare, appunto, il boom di assenze per malattia il sabato e la domenica. E i primi risultati sono arrivati: nel mese di settembre le assenze per malattia degli autisti dell’Amat sono diminuite quasi del 26%, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Frutto anche di un ritrovato entusiasmo legato ai recenti incassi di biglietti e dell’aumento considerevole della produzione chilometrica.
App ok, pensiline no
Dopo una lunghissima fase di sperimentazione, l’App PalermMobilità è entrata in funzione e consente di tracciare in tempo reale gli spostamenti dei bus e acquistare i biglietti e i tagliandi della Ztl e dei parcheggi. Un risultato che, a ottobre del 2023, dopo anni di attesa, mette al passo Palermo con le città moderne. E dovrebbe contrastare anche parte dell’evasione sui biglietti, non sempre facili da trovare per i palermitani e i turisti. Anche perché negli scorsi mesi è stato introdotto il pagamento con il Pos a bordo. Non è ancora pronto il sistema elettronico delle pensiline alle fermate, per cui si deve ancora attendere.
Fonte: Repubblica Palermo