Un parco circolante in continua crescita (radiazioni sempre inferiori alle immatricolazioni), sempre più datato, inquinante (quasi il 60% dei veicoli ha più di 10 anni di età e il 20% oltre 20 anni. Le auto Euro 0–3 costituiscono ancora il 24% del circolante romano) e insicuro: oltre 13.000 incidenti stradali all’anno (35 al giorno; 1,5 ogni ora), quasi l’8% del totale nazionale: l’equivalente della somma degli incidenti che si verificano a Milano, Genova e Bari.
L’auto assolve a un ruolo centrale negli spostamenti a Roma (il 77% dei partecipanti all’indagine condotta presso i soci dell’AC Roma utilizza l’auto privata). La distribuzione territoriale delle auto mostra che i veicoli di ultima generazione sono concentrati nei municipi a maggiore reddito familiare e individuale, mentre quelli più vetusti sono presenti nei municipi a condizioni economiche meno favorite. Aspetti che devono rappresentare un punto di attenzione nel governo della mobilità, nell’ottica di garantire l’esercizio del diritto di spostamento dei romani e della tutela delle classi economicamente più fragili.
In termini ambientali, la sostituzione delle auto da Euro 0 a Euro 3 con veicoli Standard Euro 6 porterebbe a una riduzione significativa delle emissioni inquinanti: il particolato si ridurrebbe complessivamente di oltre il 70%, mentre la riduzione degli ossidi di azoto (NOx) potrebbe essere quantificata in circa il 56%. L’eliminazione dei veicoli più vetusti comporterebbe invece una riduzione del 74% del PM e del 65% degli ossidi di azoto.
Sono questi alcuni dei risultati più rilevanti del quadro che emerge da “La mobilità automobilistica a Roma”, lo Studio – realizzato dalla Fondazione Caracciolo, il Centro studi della Federazione ACI – presentato in Campidoglio dall’Automobile Club Roma, alla presenza dell’Assessore alla mobilità di Roma Capitale.
Viene evidenziato che Roma si colloca, infatti, al primo posto nella classifica degli otto più grandi comuni italiani per tasso di motorizzazione, con 643 auto ogni 1.000 abitanti e un andamento in crescita costante dal 2019. Un tasso che, sebbene in linea con le medie nazionali, è quasi doppio rispetto a Barcellona (363 auto ogni 1.000 abitanti, per tutta l’Area Metropolitana), Berlino (338), Parigi (355, Màtropole du Grand Paris),
“La mobilità automobilistica a Roma” è stato arricchito dall’analisi delle risposte a un questionario online – elaborato dagli esperti della Fondazione Caracciolo – proposto agli oltre 80 mila soci, utenti motorizzati, dell’Automobile Club Roma. Il 77% dei rispondenti dichiara di avvalersi dell’auto per i propri spostamenti sistematici.
È di particolare interesse l’analisi delle risposte che emergono in relazione alla propensione all’adozione dialtre forme di mobilità in alternativa alla modalità abituale: tra i fattori più rilevanti, a titolo esemplificativo, per indurre un riversamento di utenza dall’auto privata al trasporto pubblico, emerge come “l’affidabilità del servizio in termini di puntualità” sia considerato un fattore “molto rilevante” per il 72,5% dell’utenza intervistata,così come la “maggiore estensione territoriale e frequenza del servizio” è ritenuta “molto rilevante” per il58,1%.
L’estensione territoriale dei servizi, e quindi la loro capillarità, rappresenta anche la condizione principale per l’adozione della mobilità condivisa come modalità privilegiata per i propri spostamenti sistematici (“molto rilevante” per il 39,2% dei rispondenti).
Un fattore critico ai fini dell’adozione di forme di mobilità “dolce”, come biciclette e monopattini privati, è invece lamancanza infrastrutture dedicate alla ciclabilità sul territorio, elemento “molto rilevante” per il 22,1% dei rispondenti.
fonte:ACI